Il blitz che lo scorso 3 ottobre ha portato all’arresto di 31 persone legate al cartello camorristico costituito dai vecchi clan dell’ala orientale di Napoli ha inflitto un duro colpo all’organizzazione già rimaneggiata dall’operazione che a novembre del 2022 ha fatto scattare le manette per 63 persone.
Molti dei soggetti raggiunti dal recente provvedimento erano finiti in carcere proprio lo scorso novembre e hanno visto così la loro posizione aggravarsi con il sopraggiungere di nuove accuse.
L’operazione eseguita tre settimane fa è giunta al culmine di indagini capillari, volte principalmente a ricostruire il business della droga e l’attività di dozzine di piazze gestite dalle figure apicali del clan costituito dai Minichini-De Luca Bossa-Schisa-Casella operanti a Ponticelli.
Proprio nel quartiere della periferia orientale di Napoli i referenti di ciascun clan hanno avviato e controllato diverse piazze di droga, alcune delle quali sono state sgominate, altre invece continuano la loro attività illecita grazie all’innesto di nuove leve, principalmente costituite da parenti e fedeli gregari sopravvissuti al blitz.
Piuttosto indicativo quanto accaduto all’indomani del blitz dello scorso 3 ottobre nel rione Lotto 1, il plesso di case di edilizia popolare site in via Cupa Vicinale Pepe, erto a fortino dalla “pazzignana” Gabriella Onesto, una delle figure più autorevoli del cartello costituito dai clan alleati di Napoli est. La donna-boss ha sottolineato la padronanza del territorio edificando una vera e propria dependance abusiva all’interno della quale, oltre ad una vistosa statua di Padre Pio, sono custodite le immagini di diversi defunti, tra i quali spicca il fratellastro della Onesto, Antonio Maione, assassinato in agguato di matrice camorristica.
E proprio “i reduci”, i familiari e i soggetti più vicini agli affiliati al clan riconducibile a Gabriella Onesto hanno garantito “il passaggio del testimone” avviando una piazza di spaccio nel fortino della “pazzignana”. Si tratta di un gruppo di giovani del posto imparentati con alcuni soggetti arrestati per aver dato man forte all’attività di spaccio controllata e gestita per conto di Gabriella Onesto, i quali hanno avviato una piazza di droga in seguito al blitz dello scorso 3 ottobre, ma a destare scalpore non è solo questo.
Per “sponsorizzare” il neonato business illecito e rendere visibile la loro postazione, quel gruppo di giovani pubblica continuamente video sui social che li ritraggono all’opera nell’androne di uno dei tanti palazzoni della zona. Decine i filmati che li ritraggono mentre sono dediti a presidiare la zona e sciolgono pezzi di hashish o sminuzzano il trinciato per incartare uno spinello. Un modo semplice e diretto per segnalare ai giovani followers la presenza di possessori di stupefacente in quella sede che mostrano con costante premura riprendendo il cortile e gli spazi circostanti, affinché la loro postazione sia ben visibile e facilmente riconoscibile.
Una piazza di spaccio nata per fronteggiare una necessità impellente, scaturita dal sopraggiungere dell’ennesima ordinanza di custodia cautelare: incassare i proventi necessari a garantire un’ottima assistenza legale ai loro congiunti, finiti dietro le sbarre proprio per aver gestito il business della droga in quello stesso rione.