Durante un interrogatorio avvenuto nel carcere di Secondigliano, Tony Colombo ha rigettato le accuse che lo scorso 18 ottobre hanno fatto scattare le manette per lui e sua moglie, Tina Rispoli, vedova del boss Gaetano Marino. Il cantante neomelodico ha affermato che lui e la moglie sono “imprenditori che operano nell’ambito della legalità e alla luce del sole.”
Di tutt’altro avviso gli inquirenti che hanno meticolosamente ricostruito il ruolo dei coniugi Colombo-Rispoli in relazione al clan Di Lauro, unitamente alle attività illecite da loro gestite “sia pure con la contestazione di concorrenti esterni, hanno interessi che intersecano trasversalmente il clan Di Lauro, assumendo un ruolo centrale nell’economia complessiva del sodalizio criminale, operando dal contrabbando d sigarette a settori più strettamente economici e finanziari, utilizzando peraltro la loro notorietà.”
Determinanti le intercettazioni, ma anche le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Tina Rispoli, in veste di moglie del boss Gaetano Marino, si è intestata beni acquisiti con i proventi illeciti del coniuge, derivanti dal traffico e dallo spaccio di droga nella zona delle cosiddette “Case Celesti di Secondigliano”, fino alla morte del marito, maturata in un agguato di camorra a Terracina il 23 agosto del 2012. La Rispoli risulta essere detentrice di un patrimonio economico ragguardevole, grazie agli ingenti capitali illeciti che il marito le ha lasciato in eredità e che lei stessa ha cercato di far fruttare attraverso una serie di iniziative economiche. Risulta intestataria di notevoli asseet immobiliari e finanziari sin dal periodo in cui il marito operava quale capo dell’omonimo clan ai quali si sono aggiunti quelli acquistati con il secondo marito Tony Colombo, anche se intestati solo a quest’ultimo o ad altre persone.
Dopo l’assassinio del marito, secondo la magistratura “la Rispoli gli è succeduta per rappresentazione” e nell’eredità del marito emerge anche la carriera del cantante neomelodico Tony Colombo, inizialmente fidelizzato al clan per via di un debito così oneroso da non poter essere restituito e quindi legato sempre più da un vincolo anche personale alla Rispoli e poi sfociato in una relazione nel 2015, seguita dal fidanzamento e dal matrimonio quattro anni dopo. Il rapporto tra Tina Rispoli e Tony Colombo s’intensifica parallelamente e in maniera direttamente proporzionale a quello che lega la coppia a Vincenzo Di Lauro che proprio nel 2015 è tornato in libertà e assume le redini del clan di famiglia.
Soprattutto nelle fasi iniziali in cui stava riorganizzando le attività della cosca, Vincenzo di Lauro ha attraversato delle difficoltà economiche e nel periodo in cui era alla ricerca di denaro per finanziare le sue iniziative ha potuto contare sul supporto della coppia Colombo-Rispoli che sono così entrati di fatto nelle intraprese del clan Di Lauro quantomeno come concorrenti eventuali.
Nella fattispecie, i due finanziano la fabbrica clandestina di sigarette di contrabbando poi sequestrata dalla Guardia di Finanza a dicembre del 2018, con un investimento di 35mila euro. Circostanza ampiamente confermata dalle intercettazioni che ricostruiscono le fasi salienti della ricerca del capannone in cui radicare l’attività illecita e che vede adoperarsi in prima persona i coniugi Colombo-Rispoli. Inequivocabile la reazione dei due alla notizia del sequestro del capannone. Decine di messaggi dai quali trapela il rammarico dei finanziatori del business illecito.
Inoltre, Vincenzo Di Lauro occupa con le sue attività commerciali stabili di proprietà di Tina Rispoli che ne richiede l’affitto. Anche in questo caso sono tantissime le conversazioni intercettate che ricostruiscono il rapporto tra i coniugi Colombo-Rispoli e il secondogenito del boss Paolo Di Lauro che in quel momento storico ricopriva il ruolo di reggente del clan. Un legame d’affari che emerge soprattutto nell’operazione che ha portato alla realizzazione del marchio d’abbigliamento “Corleone”, depositato da Tony Colombo e di cui Vincenzo Di Lauro è socio occulto in quanto co-finanziatore delle spese di stampa dei capi e di altre spese di gestione.
La partecipazione Vincenzo Di Lauro risulta invece palese nella distribuzione dei capi di abbigliamento per la quale viene utilizzato il negozio “Different 360”, altro marchio riconducibile al clan.
Appare evidente dal quadro emerso dall’attività di intercettazione come il cantante neomelodico sia parte centrale nella creazione del marchio, di cui
risulta depositario, e come Vincenzo Di Lauro sia partecipe a livello economico non solo per la distribuzione attraverso il negozio “Different 360” di Secondigliano, ma finanziando con assegni anche la stampa del marchio sui capì dì abbigliamento per i quali condivide sempre le decisioni con Tony Colombo, testimonial del suo brand.
Un legame che emerge dal messaggio che il cantante invia al boss per invitarlo al suo matrimonio con la Rispoli: “Ciao Enzuccio, tesoro … mi raccomando non dimenticarti che il ventotto di marzo mi sposo…eh.. .del fatto di mamma…eh .. .della tua signora…dei tuoi figli. ..non possono mancare…fammi sapere quante persone sono precisamente.. .faccio il tavolo vicino al nostro…va bene? Digli che ci. ..Titina ci tiene più della sua vita …i miei cognati .. .tutti quanti noi ci teniamo tantissimo…io alle undici mi sposo al Maschio Angioino la mattina e poi alle due e mezza inizia, alla Sonrisa, la festa …non mancate…ti voglio bene.”
Inoltre, proprio la casa discografica di Colombo veniva utilizzata da Vincenzo Di Lauro per incontrare i figli del boss di Torre Annunziata Valentino Gionta. Incontri ai quali partecipavano anche Tina Rispoli e i suoi fratelli.