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Le dichiarazioni del pentito: “Tony Colombo fu picchiato dai fratelli Rispoli”

Redazione Napolitan di Redazione Napolitan
18 Ottobre, 2023
in Cronaca, In evidenza
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Le dichiarazioni del pentito: “Tony Colombo fu picchiato dai fratelli Rispoli”
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Il 02 marzo 2019, Salvatore Tamburrino, elemento di spicco del clan Di Lauro e luogotenente del capoclan Marco Di Lauro, latitante da 14 anni, dopo aver ucciso la moglie Norina Matuozzo, accompagnato dal suo avvocato presso la Questura a Napoli, si consegnò spontaneamente alla giustizia.  
Sperando di poter vedere i figli per l’ultima volta prima di finire in carcere, rivelò ai poliziotti il luogo dove si nascondeva Marco Di Lauro consentendo quindi la localizzazione e l’arresto del latitante.  

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La notizia che l’arresto di fosse stato eseguito anche grazie alle indicazioni fornite da Tamburrino fu riportata anche dai media scatenando una serie di ritorsioni da parte del clan Di Lauro nei confronti dei familiari dell’artefice della cattura del boss ai quali venne intimato di lasciare il quartiere di Secondigliano e la loro abitazione che fu debitamente saccheggiata.  

Tuttavia, Tamburrino non avvia la collaborazione appena finisce in carcere: aveva rivelato quella preziosa informazione sperando che potessero così concedergli di vedere i figli, ma quell’opportunità gli fu comunque negata. Durante i colloqui in carcere i genitori gli suggeriranno di iniziare un percorso di collaborazione con la giustizia, ma Tamburrino di fatto avvierà quel percorso solo nell’ottobre del 2019, dopo aver cercato di intavolare una difficile trattativa con i Di Lauro, barattando il proprio silenzio con il perdono per sé e soprattutto per la propria famiglia. 

Al termine di questo tortuoso percorso, deciderà di collaborare e le sue dichiarazioni si riveleranno determinanti nel ricostruire l’attività del neorifondato clan Di Lauro, sotto le direttive di Vincenzo Di Lauro, secondogenito del boss fondatore dell’omonimo clan Paolo Di Lauro. 
Tamburrino fornisce dichiarazioni utili a chiarire anche il ruolo ricoperto da Tina Rispoli, vedova del boss Gaetano Marino e dal suo secondo marito Tony Colombo, tra i 27 destinatari del provvedimento che lo scorso 17 ottobre ha tradotto in carcere le figure apicali del clan Di Lauro:  

Mi ricordo che nel 2012-2013, dopo la morte del marito, Tina Rispoli stava sulle palazzine Celesti e divenne lei la proprietaria della piazza di spaccio del marito. So che Tony Colombo venne picchiato dai fratelli Rispoli dopo che la relazione con Tina divenne ufficiale, ma sempre per una ragione economica, perché a quel punto Tina iniziò a finanziare Tony Colombo e non più i fratelli. A quel punto il clan Marino per come mi disse Rispoli Raffaele mise fuori dalla piazza di spaccio Tina Rispoli. Per quanto riguarda invece la carriera di Tony Colombo, so che prima della relazione con la Rispoli era pieno di debiti; poi è stato finanziato da lei. Nel 2011 o 2012, ebbi modo di incontrare Tony Colombo a casa di Matuozzo Carlo, a Marianella. Carlo Ma Tuozzo lo chiamava per farlo cantare per il piacere di sentirlo, anche a casa; Carlo mi diceva di non pagarlo, perché lo aiutava economicamente quando era in difficoltà economica, praticamente sempre, prestandogli soldi. 

Tina Rispoli ha aperto a Tony Colombo la sala discografica a Secondigliano nel palazzo dei Rispoli, la casa del padre presa da Tina dopo aver liquidato i fratelli; nella stessa sede mi risulta abbiano anche avviato un canale televisivo. 
I rapporti tra i fratelli Rispoli e Tony Colombo iniziarono male; Rispoli Vincenzo, infatti non aveva soldi, mentre Raffaele è messo meglio avendo il suo giro di usura e facendo affari legato ai prodotti contraffatti tipo generatori, elettronica di consumo, con il cognato Peppe Garante. Entrambi comunque accusavano Tony Colombo di mangiarsi i soldi della sorella, i soldi che aveva lasciato Gaetano Marino.  

Tina era comunque innamorata di Tony e si sono messi l’anima in pace. Rispoli Vincenzo bruciò personalmente l’auto di Tony Colombo per questi dissapori quale dispetto anche alla sorella, che non voleva dare più denaro a Vincenzo, dicendogli che non lo poteva più mantenere. 
Per quanto riguarda i colpi sparati nella casa discografica di Tony Colombo, per quanto seppi da Rispoli Raffaele, furono esplosi da Casaburi Gennaro, cognato di Rispoli Vincenzo, proprio per una discussione accesa tra Casaburi Gennaro e Rispoli Vincenzo, legata a questioni di droga. So che Rispoli Vincenzo incendiò l’auto del Casaburi e lo picchiò anche; so che Vincenzo Di Lauro incontrò Casaburi per cercare di far pace tra cognati; Casaburi diede la parola a Vincenzo Di Lauro che era tutto a posto e poi, dopo poche ore, sparò nella casa discografica di Tony Colombo. La reazione di Enzo Di Lauro non vi fu.  
Scegliere la casa discografica di Tony Colombo era insieme un gesto eclatante, e colpire il palazzo dei Rispoli; Casaburi poi non ragionava più bene abusando di cocaina ed essendo fuori di testa. 

lo seppi dal telegiornale del ferimento di una ragazza De Rosa. Il padre di questa ragazza è mio amico, Enzo De Rosa detto o’ fotografo, arrestato con Bocchetti Luigi per truffe agli anziani. Mi recai dunque all’Ospedale San Giovanni Bosco dove stava anche Enzo De Rosa e lui mi confermò che sua figlia era rimasta ferita da un proiettile vagante e mi disse che non sapeva spiegarsi perché. Successivamente io da Rispoli Raffaele seppi l’accaduto dopo che la moglie di Enzo De Rosa si era recata proprio da lui dicendogli che voleva soddisfazione trattandosi di Genny, ossia Casaburi Gennaro, un loro parente; in caso contrario avrebbe denunciato l’accaduto. Rispoli Raffaele a quel punto chiamò me, sapendo dei miei rapporti con o’ fotografo, e mi raccontò che era una cosa di quel tossico di Genny Casaburi il quale aveva avuto una discussione con certi ragazzi del Perrone ed il figlio maschio di Enzo De Rosa era coinvolto, contro Genny. Allora Casaburi, pensando di vendicarsi, si era portato armato sotto casa dei De Rosa e aveva sparato come fosse una stesa, colpendo però la ragazza. lo vedo un’analogia con la vicenda della sparatoria al locale di Tony Colombo. Non c’è una grande logica, ma solo volontà di fare un gesto eclatante. 
lo chiamai Enzo o’ Fotografo e lui mi disse di non sapere che la moglie era andata da Rispoli Raffaele. La cosa dunque finì lì. 

Non so se Tony Colombo avesse un debito con Tina Rispoli prima dell’inizio della loro relazione. 
Tony Colombo andava a comperare qualche telefonino da mio cugino che aveva il negozio Zerottantuno. Credo sia fallita la ditta e forse ora ha mutato nome. 

 
  
 

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