Smantellata l’edicola votiva abusiva costruita nel 2003 in via al chiaro di luna, nel parco Conocal di Ponticelli, nella quale erano racchiuse le gigantografie di diversi soggetti imparentati con i D’Amico, clan egemone del rione, uccisi in agguati di matrice camorristica, unitamente a quelle di giovani vite stroncate da malattie ed estranee alle dinamiche malavitose. Tra i defunti legati al clan dei cosiddetti ‘fraulella’ riposti nell’edicola votiva, Claudio Scarallo, ucciso in un agguato di camorra nel 2005 nel rione Sanità, cognato del boss Antonio D’Amico, fondatore dell’omonimo clan, e Vincenzo Costanzo, il 26enne ucciso lo scorso 5 maggio a Napoli durante la festa-scudetto, figlio di una delle sorelle Scarallo e pertanto nipote acquisito del boss “Tonino fraulella”. Malgrado la giovane età, Costanzo era riuscito a ritagliarsi un ruolo cruciale all’interno del clan di famiglia, fortemente rimaneggiato da omicidi e arresti, grazie al supporto di una paranza di giovanissimi. Un giovane ras che ha introdotto un nuovo modello camorristico, principalmente incentrato su furti e rapine, oltre che estorsioni, angherie e sopraffazioni indirizzate alle famiglie estranee alla malavita, decretando così una brusca inversione di rotta con la politica praticata dai fratelli D’Amico e che aveva garantito una sorta d’immunità agli abitanti del Conocal.
Costanzo è stato oggetto di un plateale tributo in stile “Gomorra” da parte di amici, parenti, affiliati al clan e abitanti del Conocal, in occasione del trigesimo. Un nutrito corteo introdotto dagli scooter ha sfilato nel rione, sconfinando anche tra le strade del comune di Volla, generando non pochi disagi in termine di ordine pubblico.
Una circostanza che si è ripetuta lo scorso 17 settembre, quando nel Conocal si è svolta una cerimonia commemorativa durante la quale alcuni bambini, capeggiati dal nipote di Vincenzo Costanzo che esibiva proprio una grossa cornice in cui era racchiusa l’immagine dell’ultimo boss del rione assassinato in un agguato, poi riposta nell’edicola votiva edificata nel 2003 in via al chiaro di luna. Non fu una cerimonia improvvisata: i partecipanti indossavano una t-shirt bianca sulla quale era stampato il volto di Costanzo, mentre la presenza della banda musicale e gli stendardi della Madonna dell’arco concorrevano a creare un clima blasfemo, un malsano intreccio tra sacro e profano dove bambini inconsapevoli della gravità delle loro azioni furono utilizzati per rendere omaggio ai ‘martiri della camorra’.
Un video pubblicato dal nostro giornale e che ha suscitato forte indignazione proprio per la presenza di bambini palesemente ignari di percorrere un cammino che sembra già condannarli a intraprendere la carriera malavitosa e che ha aperto uno squarcio su una realtà documentata dalle telecamere di ‘Striscia la notizia’, il tg satirico di canale 5. Lo scorso lunedì 2 ottobre, l’inviato Vittorio Brumotti si è recato nel fortino del clan D’Amico per raccontare il clima che aleggia intorno a quell’altare votivo, presente nel rione Conocal da vent’anni. Una visita tutt’altro che recepita di buon grado dai soggetti addentrati nelle dinamiche malavitose che avrebbero perfino sospeso l’attività di spaccio di stupefacenti, temendo un’incursione serale di Brumotti, notoriamente avvezzo ad accendere uno scomodo riflettore sul business della droga, a fronte di centinaia servizi realizzati in tutte le realtà italiane in balia dello spaccio.
Non a caso, l’altare votivo era stato costruito nella porzione del rione in cui vivono le figure apicali del clan egemone, nella zona in cui in un passato non troppo lontano era radicata la piazza di droga più redditizia del Conocal e gestita a ridosso della statua di Padre Pio. Una circostanza tutt’altro che casuale in quanto i vertici della cosca sostenevano che fosse proprio il frate di Pietrelcina a ‘vegliare’ sul business garantendo ingenti guadagni.
La risposta dello Stato non è tardata ad arrivare: nel corso della mattinata di mercoledì 3 ottobre, proprio nel Parco Conocal di Ponticelli si è svolta l’ennesima operazione ad “alto impatto” che ha visto coinvolti 300 operatori di polizia, carabinieri e guardia di finanza. Effettuate numerose perquisizioni, sette persone denunciate a vario titolo. Sequestrate complessivamente: armi e relativo munizionamento, Tle, ingenti quantità di cocaina, hashish e marijuana, nonché materiale per il confezionamento; ed ancora denaro contante, banconote false, veicoli rubati e pezzi di ricambio, capi di abbigliamento e scarpe contraffatte, un locale commerciale, sistemi di videosorveglianza volti ad eludere eventuali controlli di polizia. Sono stati effettuati anche controlli amministrativi finalizzati alla verifica del rispetto delle norme del Codice della Strada. I vigili del fuoco hanno provveduto a rimuovere ostacoli fissi posti a protezione delle attività illecite e soprattutto hanno raso al suolo quell’edicola votiva che nelle settimane precedenti aveva tristemente conquistato la ribalta mediatica, complice l’increscioso spettacolo inscenato da quel gruppo di bambini.
La distruzione dell’altare della camorra, radicato nel fortino del clan da 20 anni, può definirsi un evento storico che ha assunto un valore simbolico importantissimo e che mira a lanciare un forte messaggio finalizzato al ripristino della legalità. Un momento nuovamente immortalato dalle telecamere di ‘Striscia la notizia’ tornate nel rione di Ponticelli per documentare la distruzione di quell’altare della camorra sul quale avevano acceso i riflettori appena due giorni prima.
Un’operazione eseguita nel rione di Ponticelli in cui di recente la camorra sta facendo sentire più frequentemente la sua presenza, come confermano le due incursioni armate a distanza ravvicinata che hanno danneggiato diverse auto in sosta e hanno concorso ad accrescere la paura dei residenti in zona, stanchi di vivere sotto la costante minaccia insita in quel clima di tensione.