Una messa in suffragio del boss di Cosa Nostra Matteo Messina Denaro deceduto a L’Aquila per un tumore al colon, pochi mesi dopo la cattura che ha messo fine a una latitanza durata circa trent’anni. Un episodio finito al centro di aspre polemiche e che ha conquistato le pagine dei quotidiani nazionali, facendo infuriare soprattutto i parrocchiani della Chiesa SS. Annunziata in Licignano di Casalnuovo di Napoli, retta da don Tommaso Izzo. Il sacerdote, infatti, ha annunciato con un post sulla pagina Facebook della parrocchia che avrebbe celebrato una funzione per il capomafia mercoledì 27 settembre alle 19.
Un annuncio che non è passato di certo inosservato e che ha suscitato viva indignazione. Motivo per il quale il parroco ha deciso di annullare la messa e lo ha annunciato pubblicando un nuovo post sui social in cui si è limitato a chiedere “scusa a tutti per quanto accaduto”. Un dietrofront che non ha placato l’ira dei fedeli che invocano a gran voce le dimissioni, auspicando nell’arrivo di un sacerdote più degno di rappresentare Gesù Cristo in Chiesa.
“E’ stato un fedele a chiedermi di celebrare una messa in suffragio di Matteo Messina Denaro, gliel’avevo segnata, ma l’abbiamo annullata per prudenza pastorale”, ha detto don Tommaso Izzo. “Non sono stato io a pubblicizzare la messa su Facebook – ha aggiunto il parroco – ma un collaboratore”. Alla domanda se non gli fosse sembrato singolare che un fedele chiedesse una messa in ricordo di un boss, don Tommaso ha sottolineato che “chiunque può chiedere di pregare per qualche defunto”. “Se mi chiedono una messa – ha concluso – io la segno e la celebro. Ma questa, ripeto, è stata annullata per prudenza pastorale”.
Non si è fatta attendere la replica della diocesi di Acerra: ”Il vescovo e la diocesi prendono le distanze dall’incresciosa e autonoma iniziativa della Parrocchia Maria Annunziata di Licignano in Casalnuovo di Napoli, lanciata sui social, di celebrare una messa in suffragio di Matteo Messina Denaro”, si legge in una nota. ”Altresì prendono atto del ripensamento del parroco, ma resta la gravità dell’episodio in una diocesi, quella di Acerra, da sempre in prima linea con i suoi pastori nella lotta alla criminalità mafiosa. Un fatto che sprona ed esorta a serrare ancora di più le fila tra clero e laici nell’educazione alla giustizia, perché nessun cedimento, ieri come oggi, venga tollerato su questo fronte”.
Tantissimi cittadini del comune napoletano hanno contattato la nostra redazione per esprimere disappunto e indignazione per quanto accaduto. In tanti chiedono di far luce sulla vicenda avanzando un quesito ben preciso: chi ha chiesto al sacerdote di celebrare una messa per un boss mafioso? I fedeli, assidui frequentatori della parrocchia, lo descrivono come un prete anziano, poco amato e stimato dalla comunità. Un sacerdote riservato che socializza poco, incapace di entrare in empatia con i fedeli che proprio per questo si sono allontanati dalle attività parrocchiali.