Da poco passati i tre anni dalla misteriosa morte – ufficialmente per suicidio, versione a cui non crede la famiglia – in Colombia, il 15 luglio 2020, di Mario Paciolla, cooperante napoletano della Missione di verifica dell’Onu, uno dei suoi più cari amici colombiani, il cantante Gustavo Barrera del gruppo rock Pez Errante, gli ha dedicato una tenera canzone.
Si intitola ‘Entre fantasmas’, affronta l’accaduto in chiave metaforica, ed è stata definita dall’autore, che aveva stretto con Paciolla un’amicizia anche calcistica, un testo “per non dimenticare e per chiedere che le cose si risolvano”.
Il brano è avviato dalla voce stessa di Mario tratta da un audio whatsapp (‘Fratellone! Giusto in queste ultime settimane ho pensato a te…’) ed è chiuso dopo 3,35 minuti dalla stessa voce che assicura: (‘Mi trovi sempre, eh!’).
“Mario era davvero un amico”, ha detto Gustavo parlando con l’ANSA rivelando di aver dovuto aspettare molto tempo prima di poter elaborare il dolore per la sua morte e quindi comporre la canzone.
Il testo, ha aggiunto, “è un appello a generare quella consapevolezza che anche se le cose fanno male c’è da sapere la verità, anche se dietro ci sono giganti di carta, come dice la canzone,”.
Non esiste una versione incontrovertibile sulla morte di Mario a San Vicente del Caguan. Le autorità colombiane e l’Onu si sono affrettati a sostenere che si è trattato di suicidio, versione alla quale la sua famiglia in Italia non ha mai creduto.
Lo scorso anno il quotidiano El Espectador ha pubblicato quanto accertato da periti forensi italiani, ossia che le lesioni sul corpo potevano essere state provocate e che l’ipotesi più attendibile era “strangolamento con successiva sospensione del corpo”, e non suicidio.