Alle prime luci dell’alba di venerdì 15 settembre, la Polizia di Stato e l’Arma dei Carabinieri hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione della misura cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale per i Minorenni di Napoli, nei confronti di E.P., un 17enne di Ponticelli, gravemente indiziato dei reati di tentato omicidio aggravato, tentata rapina aggravata, porto abusivo di arma da fuoco in luogo pubblico e ricettazione.
Si tratterebbe dell’autore della tentata rapina sfociata nel sangue la sera del 29 marzo 2023, in concorso con altro soggetto in fase di identificazione, mentre era a bordo in qualità di passeggero di un motoveicolo risultato rubato, il 17enne avrebbe tentato dapprima di sottrarre lo scooter sotto la minaccia di una pistola, mentre un ingegnere di 32 anni era fermo ad una stazione di rifornimento carburanti in via Reggia di Portici nel quartiere San Giovanni a Teduccio, per poi sparargli due colpi d’arma da fuoco al ginocchio destro e al gluteo sinistro, procurandogli gravissime che lo hanno ridotto in fin di vita. In particolare, la vittima è stata trasportata in codice rosso al Pronto Soccorso dell’Ospedale del Mare dove è stato sottoposto a due interventi chirurgici d’urgenza per la lesione dell’arteria poplitea destra con conseguente shock emorragico e successivamente ricoverata in prognosi riservata, per diversi giorni in pericolo di vita.
Le risultanze delle indagini condotte dalla Squadra Mobile di Napoli e dai Carabinieri del Nucleo Operativo di Napoli Poggioreale, il ritrovamento presso l’abitazione del minore di proiettili compatibili con quelli ritrovati sul luogo del delitto (calibro 7,65 x 17 mm) e le descrizioni fisiche fornite dalla persona offesa, hanno consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza nei confronti del minorenne.
Nei giorni successivi al delitto è stato diffuso dai media il video estratto dal sistema di videosorveglianza del distributore di carburanti che ha documentato le fasi criminose, suscitando notevole scalpore e sdegno nell’opinione pubblica per l’efferatezza dimostrata dai malviventi.
Un video che aveva consentito a tanti abitanti del quartiere Ponticelli di identificare il rapinatore che aveva sparato al 32enne per “punirne” il diniego di consegnargli lo scooter: si tratta di uno dei giovanissimi riconducibili alla banda di rapinatori seriali del Parco Conocal di Ponticelli e che si aggirano tra le strade della periferia orientale di Napoli e dei comuni dell’entroterra vesuviano a caccia di prede da stanare. Il giovane, imparentato indirettamente con i D’Amico, fa parte della paranza di ragazzini nati e cresciuti sotto l’ala egemone dei De Micco e poi confluiti nel clan radicato tra i palazzoni del Conocal, complice il legame sentimentale che ha portato alla nascita di due nuclei familiari “ibridi”, in quanto frutto dell’unione tra due giovani allevati e indottrinati dai De Micco e le figlie del boss Antonio D’Amico.
Non a caso, la notizia dell’arresto del 17enne è stata prontamente rilanciata sui social network dai D’Amico e da soggetti affiliati al clan. Il minore destinatario del provvedimento odierno era tra i più convinti sostenitori del desiderio di vendicare l’assassino di Vincenzo Costanzo, il 26enne ras del Conocal ucciso in un agguato di camorra lo scorso 5 maggio mentre si trovava a piazza Volturno a Napoli. Quella sera, il nipote acquisito del boss Antonio D’Amico, uscì di casa per festeggiare la vittoria del terzo tricolore azzurro, come hanno fatto molti altri giovani napoletani, insieme a un nutrito gruppo di amici, tra i quali spicca anche il 17enne, immortalato nei frame che ritraggono gli ultimi istanti di vita di Costanzo e pubblicati sui social.
Un desiderio di vendetta sbandierato e rilanciato a suon di video divulgati sul web proprio dal 17enne che a fronte della giovane età è riuscito ben presto a ritagliarsi un posto di rilievo all’interno del “clan D’Amico 2.0”, complice la fama del malavitoso spietato e senza scrupoli, consolidata anche dalla rapina sfociata nel sangue della quale è accusato.