Riflettori puntati su via Franciosa, strada che accoglie uno dei tanti plessi di edilizia popolare di Ponticelli, un tempo fortino di Casella e che oggi accoglie una delle piazze di droga più redditizie del quartiere riconducibile ai De Micco, seppure gestita da un soggetto imparentato con Ciro Naturale, il 46enne subentrato al boss Marco De Micco nella reggenza dell’omonimo clan in seguito al suo arresto e sopravvissuto all’agguato che lo scorso luglio lo aveva ridotto in fin di vita.
Le sorti di Naturale e del gestore della piazza di droga del “Grattacielo” di via Franciosa, fin dalle ore successive all’agguato sono risultate evidentemente legate a filo doppio.
La sera del 9 luglio, a distanza di circa 24 ore dall’agguato indirizzato al reggente del clan De Micco, proprio a ridosso della piazza di droga gestita dal suo parente nel cosiddetto “Grattacielo” di via Franciosa, andò in scena un copione analogo. Una raffica di proiettili che richiamarono l’attenzione dei residenti in zona, seppure in quella circostanza non si registrarono feriti. L’unico effetto sortito dagli spari fu l’immediata chiusura della piazza di droga e il conseguente smantellamento anche della sala allestita per riunioni e incontri tra vertici della cosca e gregari.
Per qualche settimana i residenti in zona hanno potuto così dormire indisturbati, senza vedersi costretti a subire urla e schiamazzi che puntualmente scandivano la vendita di stupefacenti fino alle prime luci dell’alba.
Lo scenario è nuovamente mutato in seguito al ritorno a casa di Naturale, una volta dimesso dall’ospedale dopo un periodo di degenza ospedaliera durato circa un mese. La piazza del “grattacielo” è tornata a lavorare a pieno regime, seppure pusher e gestore abbiano adottato una politica più prudente. In quest’ottica si collocherebbero gli abbattimenti seriali degli alberi che hanno interessato nelle settimane scorse il parco De Simone, altro presidio dello spaccio controllato nella stessa zona. Un escamotage necessario per agevolare il lavoro delle sentinelle che possono così beneficiare di una visuale migliore, abbattendo gli alberi che fungevano da intralcio, affinchè l’eventuale incursione di un commando possa essere segnalata in tempo reale.
Gli atti di vandalismo nel parco De Simone avevano preso il via già nei mesi scorsi quando furono falciati i dissuasori installati tra Vico santillo e l’ingresso del Parco De Simone per impedire agli scooter di transitare in quella zona. Un’azione necessaria per agevolare la fuga dei pusher.
In questo clima la piazza di droga del “grattacielo” aveva ripreso a lavorare a pieno ritmo. I residenti in zona non hanno potuto fare a meno di notare l’atteggiamento più sicuro e autorevole adottato negli ultimi tempi dal parente di Ciro Naturale che stanziava in strada, a ridosso dell’edificio adibito a piazza di droga, impartendo ordini e direttive ai suoi ‘dipendenti’. Proprio per questo motivo, la sua sparizione non è passata inosservata. Contestualmente al fermo che ha tradotto in carcere Naturale, insieme a suo figlio e a suo cognato, lo scorso lunedì 11 settembre, anche il capo del business della droga in via Franciosa sembra sparito nel nulla.
Gli abitanti di via Franciosa sono sicuri che qualora fossero scattate le manette anche per lui, la scena sarebbe stata notata almeno da qualcuno. L’ipotesi più accreditata è che venendo meno la presenza di Naturale nel quartiere, abbia perso “la copertura” e la protezione necessarie per continuare a condurre il business illecito senza dover temere nulla.
Un dettaglio che conferma un collegamento diretto tra i due soggetti invischiati nelle dinamiche camorristiche di Ponticelli.