Giovedì 7 settembre il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto-legge contenente varie misure per contrastare la criminalità minorile e la cosiddetta povertà educativa. Il testo definitivo non è ancora disponibile, ma il suo contenuto era già stato largamente anticipato dai giornali negli ultimi giorni ed è stato illustrato durante una conferenza stampa dai ministri competenti e dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
Tra le altre cose è stata abbassata a 14 anni l’età minima necessaria per disporre alcuni provvedimenti, come il Daspo urbano, e sono state aggiunte o inasprite le pene per i genitori di ragazzi che non rispettano le regole. È stata inoltre abbassata la soglia dalla quale sarà possibile utilizzare la custodia cautelare: si potrà ordinare il carcere preventivo per reati che prevedono pene di almeno 6 anni (in precedenza era di 9). Il testo prevede anche la possibilità da parte del questore di vietare ai minori l’uso dei cellulari per determinati periodi di tempo. Come tutti i decreti-legge, il testo entra immediatamente in vigore, ma dovrà essere discusso e convertito in legge dal parlamento entro i prossimi 60 giorni.
Il decreto-legge introduce la possibilità per i questori di rivolgere l’“avviso orale” ai ragazzi e le ragazze di almeno 12 anni (invece dei 14 anni richiesti dalle norme attuali) se questi sono ritenuti pericolosi e coinvolti in episodi come risse, percosse o minacce, anche senza una denuncia. L’avviso orale è una sorta di ammonimento con cui il questore avvisa una persona ritenuta pericolosa dell’esistenza di indizi a suo carico, e la invita quindi a mantenere una condotta conforme alla legge. Viene inoltre abbassata da 18 a 14 anni anche l’età minima per ordinare il Daspo urbano, il provvedimento con cui i questori possono ordinare a una persona considerata pericolosa per la sicurezza pubblica di allontanarsi da un determinato territorio. Nel decreto-legge si introduce inoltre un aumento delle sanzioni per il porto d’armi e per lo spaccio di droga, anche di lieve entità: sarà possibile l’arresto in flagranza di reato per i minori.
Una delle norme più discusse riguarda l’uso dei cellulari: secondo il decreto-legge, i questori potranno vietare ai ragazzi che ricevono l’avviso orale e sono condannati per alcuni reati, tra cui quelli contro la persona o legati alle armi e agli stupefacenti, di usare il telefono o altre piattaforme e servizi online per un periodo di tempo definito. Secondo molti però la misura sarà difficilmente applicabile e in ogni caso avrà un impatto molto limitato sulle cause della criminalità giovanile.
Il decreto inasprisce le pene anche per i genitori: quelli dei ragazzi o delle ragazze minorenni che ricevono l’avviso orale possono ricevere una sanzione da 200 a mille euro, a meno che non provino di non aver potuto impedire la mala condotta. Il testo aggiunge anche un articolo al codice penale, secondo cui i genitori dei ragazzi che non rispettano l’obbligo scolastico (e quindi lasciano la scuola prima dei 16 anni) possono essere puniti con il carcere, fino a due anni. È un inasprimento notevole, dato che le norme attualmente in vigore prevedono al massimo una multa da 30 euro per i genitori.
Infine, nel decreto-legge è presente anche qualche misura rieducativa. In alcuni casi il giudice potrà decidere di chiudere un processo a carico di una persona minorenne (con la cosiddetta “definizione anticipata”) a patto che questa acceda a un percorso di reinserimento e svolga lavori socialmente utili.