La camorra casertana pianificava un agguato per uccidere Marilena Natale, giornalista sotto scorta dal 2017: la cronista ha ricevuto una mail nella quale una persona la informa – attraverso le foto di un manoscritto in stampatello – dell’organizzazione di un attentato che ha come obiettivo lei e la sua scorta.
Nel messaggio si fanno nomi e cognomi degli organizzatori e anche riferimento ad armi d’assalto.
Marilena Natale è finita sotto scorta a causa delle minacce ricevute dal clan dei Casalesi, captate dagli inquirenti durante una conversazione in carcere.
Nei prossimi mesi, inoltre, potrebbe essere scarcerato uno dei figli del boss Francesco “Sandokan” Schiavone, protagonista delle prime minacce.
L’agguato mortale nei confronti della Natale sarebbe motivato dall’accanimento che la giornalista avrebbe nei confronti della famiglia malavitosa componente di rango della federazione mafiosa di Casal di Principe.
La scorta della cronista, subito dopo avere appreso della mail, ha condotto Marilena Natale dagli inquirenti di riferimento affinchè venissero informati.
Federazione nazionale della Stampa italiana e Sindacato unitario giornalisti della Campania esprimono «forte preoccupazione» per quanto sta accadendo a Marilena Natale, già costretta a vivere sotto scorta armata dal 2017.
«Il tenore della missiva, nella quale si evidenzia che dal carcere vengono dati dai reggenti del clan ordini all’esterno tramite telefoni cellulari, evidenzia quanto, nonostante le numerose inchieste della magistratura e gli arresti, che hanno coinvolto anche i vertici delle cosche, sia ancora forte la pressione dei Casalesi sul territorio», rilevano ancora Fnsi e Sugc.
«Ricordiamo – incalza il sindacato – che, solo per le minacce di questo clan, sono ben 4 i giornalisti sotto scorta nella piccola provincia di Caserta, un numero enorme se si pensa che su tutto il territorio italiano sono in totale 22. È evidente che c’è ancora una emergenza fortissima alla quale lo Stato ha il dovere di rispondere in maniera decisa, garantendo la sicurezza di tutti. La minaccia, che coinvolge anche gli uomini della scorta, evidenzia l’esistenza di una camorra spavalda e sfrontata che ha cambiato faccia e metodi, ma non il proprio strapotere sul territorio».
Il sindacato dei giornalisti «resterà sempre accanto a Marilena illuminando quanto da anni, con grande coraggio, denuncia ogni giorno».