Uno “stile di vita che ha ‘favorito‘ la perpetrazione del reato ai suoi danni, che è senz’altro frutto della grave incuria dei genitori che, con ogni evidenza, hanno omesso di esercitare sulla figlia il necessario controllo, così esponendola a pericolo per la propria incolumità”. È la considerazione scritta dagli assistenti sociali nella relazione inviata al pubblico ministero dei Minorenni. Una riflessione che è stata ‘condivisa’ dallo stesso magistrato per motivare la richiesta di collocazione in comunità di una delle 13enni vittima di abusi sessuali a Caivano.
La decisione del Tribunale dei Minorenni risale allo scorso 9 agosto e confermata il 24 agosto. “La minore era ed è esposta, nell’ambiente familiare, a grave pregiudizio e pericolo per l’incolumità psicofisica“, c’è scritto ancora nella relazione. Gli stessi assistenti sociali, scrive il pubblico ministero, “sono intervenuti in una situazione di chiara emergenza allo scopo di mettere in sicurezza la minore dalle condotte dei genitori”.
Bisogna smettere di “rimanere fermi, voltarsi dall’altra parte”, mentre a Caivano come “in tutte le periferie d’Italia” tanti bambini sono “abbandonati a se stessi”, con Stato assente e istituzioni “complici del degrado, dell’assenza di cultura, di socialità, di servizi”. Quel luogo nero dove i “più piccoli, indifesi, vengono violentati, usati, spesso anche uccisi senza che nessuno intervenga e li tuteli”. Sono le dichiarazioni rilasciate all’Adnkronos da Angelo Pisani, legale della famiglia di una delle due bimbe violentate. “La prima udienza di un processo che cautelativamente ha confermato l’allontanamento delle bambine dai genitori, ma questo non basta. Anzi – aggiunge l’avvocato – aggiunge al dolore, alla lesione della dignità, la beffa dell’allontanamento dal nucleo familiare. Occorre restituire valori, tutelare la vita dei bambini e punire severamente gli aggressori, figli ahimè di quelle istituzioni complici, che non hanno saputo tutelare le famiglie e ogni giorno fanno in modo che avvengano queste violenze sui minori, pari a un omicidio quanto ad atrocità”.
“Parlare di degrado non rende l’idea”, analizza Angelo Pisani. “Troppi i bambini violentati, usati come merce: non sono bastati riflettori accesi dalle tragedie precedenti, c’è la chiara responsabilità delle istituzioni incapaci di tutelare i diritti dei minori e la necessità di interrompere ciclo violenza e degrado vittime ogni giorno bambini”, va avanti l’avvocato. “Salvarne uno o allontanarne altri dalla famiglia – prosegue il legale – purtroppo non serve a tutelare e salvare i tanti ogni giorno esposti in queste strade a mille pericoli. È una vergogna per la politica vedere bambini morire violentati da coetanei, senza predisporre interventi seri, senza tutelare i diritti”. “È agghiacciante – conclude Pisani – La magistratura deve tutelare le vittime, i bimbi vanno reinseriti in contesti normali e occorre una bonifica totale delle periferie d’Italia”.