Resta alta la tensione nel Parco Conocal di Ponticelli, fortino del clan D’Amico, dove negli ultimi mesi la camorra ha fatto sentire in più occasioni la sua presenza. L’ultimo episodio risale alla serata di lunedì 21 agosto, quando l’esplosione di un ordigno, udito chiaramente dai residenti in zona, ha riacceso i riflettori sul Conocal.
A provocare la forte detonazione, un petardo esploso nei pressi dell’abitazione di Vincenzo Costanzo, il 26enne nipote acquisito del boss Antonio D’Amico che avrebbe ricoperto il ruolo di reggente del clan fino a pochi giorni prima di essere assassinato in un agguato di matrice camorristica mentre partecipava alla festa scudetto tra le strade di Napoli, la sera dello scorso 5 maggio.
Alcuni messaggi apparsi nelle stories di Instagram dell’account di Maurizio Costanzo, padre di Vincenzo, risuonano come la replica indirizzata agli autori del raid avvenuto lo scorso 21 agosto. Proprio in seguito alla morte violenta del figlio, Costanzo senior è diventato iperattivo sui social network. In diverse circostanze ha pubblicato reel e stories in cui oltre a riproporre video e immagini del figlio morto ucciso, sembrava rivolgersi direttamente ai suoi assassini. In seguito al raid dello scorso 21 agosto ha alzato il tiro, divulgando messaggi di sfida inequivocabilmente indirizzati a un interlocutore tutt’altro che immaginario.
“Io aspetto una tua risposta dove vuoi io e te vigliacco e ci vuole tempo le tieni le palle o no facciamola finita grande l**a”, “Ma non è una novità lo sa tutta Napoli che sei un infame tu e tuo fratello perciò io e te deciditi”: questi i concetti apparsi nelle stories del padre di “Ciculill'”, accompagnate dalle immagini del figlio assassinato lo scorso maggio.
Seppure la morte violenta del figlio abbia inflitto un duro colpo al marito della sorella del boss Antonio D’Amico, tant’è vero che nei giorni successivi all’agguato più è volte è stato richiesto l’intervento del 118 per rianimarlo, i messaggi pubblicati sui social da Maurizio Costanzo sembrano tutt’altro che confusionari e mirano a colpire un bersaglio ben preciso.
Non è da escludere che le motivazioni dell’esplosione di quel petardo possano essere riconducibili proprio a questo scenario.