Simone Isaia, il clochard accusato di aver dato alle fiamme l’installazione della Venere degli stracci in piazza Municipio a Napoli, ha bisogno di essere curato non del carcere. Questa la mission della petizione lanciata dalla Iod edizioni e che in tre giorni ha già raccolto oltre 1.600 firme.
Tra i firmatari anche 𝐌𝐨𝐧𝐬. 𝐃𝐨𝐦𝐞𝐧𝐢𝐜𝐨 𝐁𝐚𝐭𝐭𝐚𝐠𝐥𝐢𝐚, 𝐀𝐫𝐜𝐢𝐯𝐞𝐬𝐜𝐨𝐯𝐨 𝐝𝐢 𝐍𝐚𝐩𝐨𝐥𝐢: “Firmo questa petizione con la speranza che Simone Isaia possa essere aiutato da tutti in questo percorso.”
La Casa di Accoglienza dell’Associazione Liberi di volare della Pastorale carceraria della Chiesa di Napoli gestita da Don Franco Esposito è disponibile a ospitare Simone Isaia per consentirgli di essere curato e riprendere in mano la sua vita.
“Simone da tempo aveva perso lucidità e riferimenti, finendo a dormire per strada. Simone Isaia ha bisogno di aiuto. Non del carcere, ma di una struttura che lo aiuti a rimettere in piedi la propria vita, perché è una persona affetta “da una tangibilissima neuro-divergenza”. E ha bisogno di aiuto.
Per rilanciare l’iniziativa è in programma un 𝐒𝐢𝐭-𝐢𝐧 𝐢𝐧 𝐏𝐢𝐚𝐳𝐳𝐚 𝐌𝐮𝐧𝐢𝐜𝐢𝐩𝐢𝐨, 𝐒𝐚𝐛𝐚𝐭𝐨 𝟏𝟐 𝐚𝐠𝐨𝐬𝐭𝐨 𝐚𝐥𝐥𝐞 𝐨𝐫𝐞 𝟏𝟏, per chiedere che il carcere non sia il posto giusto per una persona come Simone, che ha bisogno di aiuto per i suoi problemi di disagio psichico.
“Confidiamo che la magistratura possa affidare Simone Isaia alla Casa di Accoglienza dell’Associazione Liberi di volare della Pastorale carceraria della Chiesa di Napoli gestita da don Franco Esposito, per consentirgli di essere curato e riprendere in mano la sua vita”, scrive la casa editrice promotrice dell’iniziativa.