Il piano dei killer entrati in azione la sera dello scorso sabato 8 luglio per uccidere Ciro Naturale, figura di spicco della malavita ponticellese, non è andato a buon fine. Seppure gravemente ferito e ricoverato in ospedale per diverse settimane in condizioni critiche, il successore del boss Marco De Micco è sopravvissuto. Un colpo di scena inaspettato, destinato a infliggere un duro colpo agli autori dell’agguato e non solo, in quanto con il trascorrere del tempo, si fa sempre più spazio lo scenario che introduce l’avvio del percorso di collaborazione con la giustizia da parte di Naturale.
‘O mellone, questo il soprannome del 46enne scampato alla morte, ha ricoperto un ruolo cruciale non solo all’interno del clan De Micco-De Martino, riuscendo finanche ad assumere il ruolo di reggente contestualmente all’arresto del boss Marco De Micco, ma nell’ambito dell’intero assetto camorristico della periferia orientale di Napoli e non solo, in virtù dei canali privilegiati di approvvigionamento della droga di cui disponeva, al pari di un ingente quantitativo di denaro. Una figura apicale, in quanto cuore pulsante dell’economia criminale, capace di garantire ingenti guadagni non solo al clan al quale era affiliato. Proprio per assicurare un’intoccabile solidità economica alle finanze del clan, il boss Marco De Micco lo aveva indicato come suo successore, consapevole che la sua uscita di scena avrebbe potuto legittimare i clan rivali a cercare di riconquistare il controllo del territorio, creando così le condizioni favorevoli all’insorgenza dell’ennesima guerra di camorra. Per fronteggiare quel tipo di emergenza, la sua cosca necessitava di soldi, ne era consapevole il fondatore del clan De Micco che pertanto puntò tutto sulla carta più autorevole e sicura, in tal senso. Quando il temuto evento si concretizzò fu proprio Ciro Naturale a finire nel mirino dei rivali del clan De Luca Bossa, a riprova del ruolo cruciale da lui ricoperto in quel momento storico.
Sfuggito alle mire dei De Luca Bossa, Naturale di recente è finito nel mirino di altri soggetti intenzionati ad eliminarlo per portare a compimento un disegno criminale ben preciso. Secondo quanto emerso da fonti vicine ai familiari del ras, ‘o mellone avrebbe già fornito agli inquirenti informazioni utili a chiarire le circostanze in cui è maturato l’agguato al quale è sopravvissuto. Un evento temuto soprattutto dai De Micco-De Martino, in virtù del fatto che fin dai primi istanti successivi all’agguato, la pista più accreditata appare quella che conduce all’epurazione eterna.
I rapporti tra Naturale e i vertici del clan De Martino scarcerati di recente sarebbero giunti a un punto di non ritorno e ‘o mellone, stanco delle continue incomprensioni riconducibili a dissidi di carattere economico, avrebbe annunciato la volontà di dissociarsi dall’organizzazione per gestire solo i suoi affari in maniera autonoma e indipendente. Una volontà manifestata pochi giorni prima dell’agguato e che rappresenterebbe il movente che ha armato la mano del killer entrato in azione in via Miranda, fortino del clan De Micco.
Dal loro canto, i De Micco-De Martino ostentano una serenità palesemente apparente, soprattutto sui social, mostrandosi tranquilli e spavaldi, ma è palese che il tangibile come e quanto il pentimento di un soggetto più che ben addentrato negli affari del clan sia un evento temutissimo.
Quello che si sta delineando attualmente è uno scenario assai simile a quello maturato un anno, fa all’indomani del pentimento di Antonio Pipolo, ex affiliato ai De Micco-De Martino che decise di avviare il percorso di collaborazione con la giustizia dopo aver assassinato il 29enne Carlo Esposito, contiguo al suo stesso clan e indicatogli da una persona fidata come il killer incaricato di rendere esecutiva la sua condanna a morte, deliberata nel corso di una riunione tra le organizzazioni operanti sul territorio. Pipolo, quando fece irruzione nell’appartamento di Esposito, uccise anche Antimo Imperatore, 52enne estraneo alle dinamiche camorristiche, intento a montare una zanzariera.
Allora, proprio come sta accedendo oggi, “i responsabili della comunicazione” del clan hanno prontamente avviato la macchina del fango con il chiaro intento di depistare ombre e sospetti e gettare dubbi circa l’attendibilità delle ipotetiche dichiarazioni che Naturale potrebbe rilasciare alla magistratura.
Nella fattispecie, si fa riferimento ad altri screzi, ben più importanti che il ras avrebbe avuto con alcuni “pezzi da novanta” della camorra napoletana che ne avrebbero deliberato la morte. I De Micco-De Martino cercano di allontanare i sospetti, rispedendo le accuse al mittente e allontanando le ombre che aleggiano sulla cosca, manifestando un certo sollievo per la mancata morte di Naturale, seppure si siano guardati bene dal recarsi in ospedale per fargli visita.
Teorie e retroscena che narrano dei dissidi scaturiti tra Naturale e alcuni soggetti riconducibili a clan operanti in altri quartieri di Napoli trovano ampio spazio tra le chiacchiere da bar e in tutti i luoghi più assiduamente frequentati dagli interpreti della malavita locale e non solo. La posta in palio è davvero molto alta e pertanto le fini menti della cosca tenteranno tutte le strategie possibili per scongiurare il terremoto che potrebbe scaturire dalle dichiarazioni di Naturale.