Tra i verbali che custodiscono le dichiarazioni rese dai collaboratori di giustizia spicca un retroscena destinato a caricare di ulteriore significato il concerto-tributo in memoria della defunta moglie del boss Bruno Mascitelli detto ‘o canotto, in programma nel rione Conocal di Ponticelli, fortino del clan D’Amico, il prossimo 1° luglio. Lo show che prevede l’esibizione di svariati cantanti neomelodici è stato organizzato dal noto manager Giorgio Mascitelli, figlio del boss attualmente detenuto.
I rapporti tra ‘o canotto e il clan fondato dai fratelli Antonio e Giuseppe D’Amico e radicato nel rione Conocal di Ponticelli sono tutt’altro che idilliaci, a rivelarlo, il collaboratore di giustizia Ferdinando Puca, figlio dell’ex boss del boss Giuseppe Puca, ucciso dai casalesi in un agguato di camorra nel 1994, il quale ha raccontato ai magistrati un episodio indicativo in tal senso.
«Ho ricordato un episodio che riguarda Bruno Canotto: nel 2014-2015 Bruno canotto mandò a fare un’estorsione a Ponticelli ad un imprenditore; Giuseppe D’Amico, che lo venne a sapere e che all’epoca era detenuto pure lui a Secondigliano come Bruno canotto, gli disse che l’imprenditore era un suo parente e che l’estorsione non doveva essere fatta; ebbero un litigio e Bruno canotto lo picchiò».
Il racconto del collaboratore prosegue e si arricchisce di ulteriori dettagli che concorrono a chiarire i rapporti tra le parti, minati da una serie di reciproche scortesie: «Giuseppe D’Amico mandò l’imbasciata fuori alle sorelle, che pure facevano parte del clan D’Amico, e queste andarono a picchiare la compagna di Bruno ‘o canotto. Quando Bruno canotto lo venne a sapere giurò di fargliela pagare e poichè all’epoca con noi era detenuto anche Savio Di Micco, dell’omonimo clan, fece un’alleanza con loro. Poco dopo la Passillona (Annunziata D’Amico ndr) fu uccisa. Tanto so perchè ne ho sentito parlare in carcere da Bruno Canotto e successivamente da Nanduccio e Michele, entrambi detenuti al reparto che facevano parte del clan Di Micco».