“Uno spettacolo nello spettacolo”, quello andato in scena nel corso della serata di venerdì 28 luglio lungo le coste ischitane, in occasione della festa di Sant’Anna, una ricorrenza particolarmente sentita, non solo dagli abitanti dell’isola verde e che ogni anno si rivela capace di richiamare tantissimi turisti e curiosi. Spostata dal 26 al 28 luglio, a causa del maltempo, la storica Festa a Mare agli scogli di Sant’Anna, giunta alla sua 91esima edizione, si è svolta come di consueto a Ischia Ponte con la processione a mare di cinque imbarcazioni allegoriche e la suggestiva simulazione dell’incendio del Castello con i fuochi pirotecnici finali, l’evento topico della festa.
Una Festa a Mare che ha radici antiche e nasce dall’abitudine dei pescatori di Ischia Ponte che erano soliti recarsi in processione via mare, con le imbarcazioni addobbate a festa, presso la piccola cappella votiva dedicata a Sant’Anna per chiedere protezione per le partorienti. Poi nel 1932 la tradizione fu trasformata in festa e da allora ogni 26 luglio si assiste a questa grande sfilata organizzata a Ischia Ponte con barche addobbate, provenienti da ogni comune dell’isola e che ormai si è diventata a tutti gli effetti una grande festa popolare.
Tantissimi gli spettatori che giungono a ridosso della costa in barca per assistere alla festa, tra i quali anche quest’anno spiccano i giovani rampolli dei clan più autorevoli dell’area orientale di Napoli che hanno ampiamente documentato sui social network la giornata trascorsa all’insegna del lusso sfrenato e del divertimento, in attesa dello spettacolo pirotecnico.
Non solo i giovani rampolli del clan De Micco di Ponticelli, giunti a Ischia con un potente gommone, ma anche le giovani leve del clan Mazzarella-D’Amico di San Giovanni a Teduccio, che hanno trascorso la giornata in barca tra canti, balli e bottiglie di champagne.
Un trend che si conferma in perenne ascesa, quello che vede le giovani leve della camorra ostentare lusso e potere, condividendo con il popolo del web viaggi, vacanze, gite in barca, cene nei ristoranti più elitari, senza mai dimenticare di esibire in bella mostra orologi tutt’altro che alla portata di tutti, abiti e accessori ugualmente costosi. Veri e propri spot promozionali che mostrano i benefici garantiti dall’affiliazione, la cui finalità non va solo ricercata nella necessità di attirare l’attenzione di giovani aspiranti reclute, stanche di patire la fame o di accontentarsi di umili lavoretti mal retribuiti. Appare ormai sempre più chiaro che sui social network si combatte una guerra parallela, rispetto a quella scandita da sangue e spari e che imperversa tra le strade della città. Un braccio di ferro virtuale finalizzato a rilanciare le credenziali dell’organizzazione, mostrandone le ingenti disponibilità economiche, partendo dalla premessa che il rampollo di un clan che può permettersi di spendere in un giorno lo stipendio che un operaio guadagna in un mese è figlio di un sistema che gode di un ottimo stato di salute. Un atto di vanità e spavalderia nel quale è insita anche la rivalsa nei riguardi dei clan rivali che di contro affrontano momenti di magra.
Schemi, concetti, modelli comunicativi che disegnano una politica sempre più in antitesi con l’ormai obsoleto modello camorristico “vecchio stampo”.
Motivo per il quale anchela presenza a un evento di cartello come la festa di Sant’Anna a Ischia non può passare in sordina, in quanto rappresenta l’ennesima, ghiotta opportunità da cavalcare per attirare l’attenzione e mettersi in mostra, affinchè i rivali, al pari degli altri spettatori estranei alle dinamiche camorristiche possano rimanere sbalorditi da quell’ostentazione di ricchezza che nel gergo camorristico moderno si traduce in un concetto ormai inequivocabile: “i più forti siamo noi”.