Il clima si fa sempre più incandescente tra le strade del quartiere napoletano di Ponticelli, dove da diverse settimane si registrano fibrillazioni sul fronte camorristico. Un’escalation di tensione giunta al culmine sabato 8 luglio quando, intorno alle 23, i sicari della camorra sono entrati in azione per colpire Ciro Naturale detto ‘o mellone, 46enne, pluripregiudicato, soggetto tra i più addentrati nella gestione degli affari illeciti. Proprio per le sue note capacità di businessman, Marco De Micco, quando fu arrestato, lo indicò come suo erede, indicandolo come la persona destinata a prendere il suo posto.
Accadeva nell’aprile del 2022, ma nell’arco dei mesi trascorsi da quel momento sono cambiate molte cose, soprattutto i rapporti tra ‘o mellone e i De Micco-De Martino, tant’è vero che la pista più accreditata, in riferimento all’agguato che ha ridotto in fin di vita l’ex reggente dei Bodo è quella che porta al Rione Fiat, arsenale del clan De Martino. Fin dalle ore successive all’agguato, negli ambienti malavitosi del quartiere, la pista che introduce l’epurazione interna ha preso sempre più forma.
In questo clima, domenica 10 luglio, la sera successiva all’agguato indirizzato a Naturale sono stati esplosi diversi colpi d’arma da fuoco in via Franciosa, a ridosso del celeberrimo “Grattacielo”, una delle piazze di droga più redditizie dei De Micco nell’ormai ex arsenale dei Casella. Si tratta di una piazza di spaccio gestita da un affiliato al clan dei Bodo imparentato con Naturale. I residenti in zona riferiscono di aver udito degli spari, ma non sono in grado di precisare se si sia trattato di un litigio sfociato tra i tanti tossici che si ritrovano in zona al calar del sole per acquistare stupefacenti o se sia stata compiuta una “stesa”, quindi un raid intimidatorio indirizzato al capo della piazza. Uno scenario, quest’ultimo, che potrebbe introdurre un disegno tanto pericoloso quanto difficile da decifrare.
Si tratta di un uomo che in passato ha avuto screzi importanti con i De Luca Bossa, tant’è vero che lo scorso settembre, in seguito alla scarcerazione di Giuseppe De Luca Bossa e Domenico Amitrano, suo fratello, ignaro di essere intercettato, gli consigliò vivamente di lasciare il quartiere allontanandosi per qualche tempo, temendo per la sua incolumità. Consapevole del fatto che di lì a poco anche diverse figure di spicco dei De Micco, il clan al quale è affiliato, sarebbero state scarcerate, dal suo canto, il gestore del business della droga nel grattacielo di via Franciosa, si sentiva tranquillo e rassicurò il fratello.
Una serenità sicuramente turbata dagli spari della scorsa notte, ancora avvolti nel mistero. L’unico dato certo è che dopo il raid, tutte le persone presenti in zona si sono dileguate, non solo i clienti in attesa di comprare stupefacenti, ma anche i soggetti direttamente coinvolti nella vendita e nella gestione del business della droga in quella sede.