Non riuscivano a smettere di fare acquisti compulsivi. Una vera e propria dipendenza, una malattia a tutti gli effetti e loro erano diventate delle accumulatrici seriali. Mamma e figlia si erano isolate dal mondo per trascorrere le loro giornate continuando ad effettuare acquisti online. È successo in un comune della provincia di Caserta.
Per mesi hanno accumulato migliaia di oggetti acquistati online stipandoli nella stessa stanza del loro appartamento in cui si sono rinchiuse per libera scelta: con lo spazio vitale ridotto a soli due metri quadrati, sono state salvate dall’intervento dei carabinieri, chiamati dal marito e padre delle due donne, stanco e preoccupato di vederle consumarsi lentamente.
L’uomo, un sessantunenne pensionato, ha deciso di chiamare le forze dell’ordine perché si era accorto che la situazione era completamente degenerata.
È accaduto a Macerata Campania, nel Casertano, protagoniste della triste vicenda una madre ed una figlia di 64 e 29 anni. I carabinieri sono intervenuti con i vigili del fuoco, che sono entrati nella stanza accertando le scarse condizioni igienico-sanitarie.
Le due donne che avevano scelto di vivere in quel modo, senza alcuna costrizione da parte del loro familiare, sono state trasportate presso gli ospedali di Aversa e Sessa Aurunca per le cure necessarie.
Letteralmente sommerse dai loro acquisti online che continuavano a macinare in modo forsennato, compulsivo. Patologico. Quando i carabinieri, insieme ai vigili del fuoco e ai sanitari, hanno aperto la porta di quella stanzetta hanno visto il disagio nel quale erano piombate le due donne. Hanno visto la stanza piena zeppa di oggetti, molti ancora imballati.
La situazione era diventata ormai insostenibile e lo shopping online si era trasformato in una patologia conclamata. Dentro quello spazietto esiguo erano accatastati migliaia di articoli di ogni genere che le donne avevano acquistato online nel corso del tempo e ammonticchiato nel locale riducendo lo spazio vitale a meno di due metri quadri. C’erano condizioni igieniche molto precarie e la situazione ha richiesto anche l’intervento di personale sanitario specializzato.