E’ una situazione più che ben nota, quella segnalata dagli abitanti di Ponticelli, quartiere della periferia orientale di Napoli dove, puntualmente, quando arriva l’estate vere e proprie gang di giovanissimi centauri si appropriano delle strade fino a notte fonda.
Un clima invivibile che si estende ben oltre i tanti rioni di edilizia popolare e che turba la quiete notturna dei cittadini impossibilitati a dormire.
Dagli scooter che sfrecciano su corso Ponticelli, viale Margherita e le altre strade del quartiere, all’ormai consueto appuntamento con “la parata” che tutte le sere d’estate va in scena nel parcheggio che costeggia il parco intitolato ai Fratelli De Filippo in via Malibran.
Giovanissimi a bordo di scooter e moto di grossa cilindrata che si dilettano a scorrazzare anche sui marciapiedi, oltre che tra i tanti avventori che si recano sul posto per godersi una serata all’aperto, mangiando una granita o un gelato, scambiando quattro chiacchiere con amici e conoscenti mentre i bambini giocano. Abitudini sempre più compromesse dalla feroce irriverenza dei giovani del posto che sembrano divertirsi a sfidare i civili seminando il terrore, imprimendo accelerate agli scooter o cimentandosi in impennate e analoghe manovre rocambolesche.
Minorenni che molto spesso guidano mezzi che richiedono il possesso di un patentino di cui sono sprovvisti, mezzi che a loro volta, nella maggior parte dei casi sono privi di copertura assicurativa, talvolta anche manomessi per renderli più veloci e potenti. Un clima di inciviltà e illegalità diffusa che dilaga tra le strade di un quartiere sempre più in balia delle logiche criminali e che risente pesantemente dell’assenza delle istituzioni e che rivendica la presenza più vigile e costante delle forze dell’ordine, in particolar modo al calar del sole, nei luoghi in cui si registra una massiccia affluenza di giovani.
Una situazione fuori controllo, malgrado in passato più volte si sono verificati episodi spiacevoli: basta pensare alla bambina travolta da uno scooter in corsa, mentre usciva dal bar ubicato nella villa comunale del quartiere e costretta a ricorrere alle cure mediche per farsi suturare le ferite rimediate.
Il parcheggio della villa comunale di Ponticelli è a tutti gli effetti “il palcoscenico” dove i giovani, aspiranti affiliati dei clan operanti sul territorio si mettono in mostra per attirare l’attenzione, sperando in un imminente chiamata alle armi. E’ proprio così che è nata la “carriera camorristica” dei giovani confluiti nel clan D’Amico e di quelli che stanno dando man forte ai De Micco-De Martino.
In quella zona, la più frequentata dai ponticellesi durante i mesi estivi, in quanto unico ritrovo all’aperto del quartiere, in passato si sono verificati anche diversi agguati. I sicari della camorra non si sono fatti scrupoli ad impugnare le armi, sprezzanti della presenza di giovani estranei alle logiche camorristiche e di tante famiglie con bambini. Risse e pestaggi tra giovani affiliati a clan rivali si verificano con puntuale frequenza. Basta citare l’accoltellamento dell’estate scorsa, proseguito con un inseguimento tra scooter e sfociato in diversi spari che solo per una fortuita casualità non hanno centrato il giovane finito nel mirino dei rivali.
Senza tralasciare la presenza di pusher e prostitute, maggiorenni e minorenni, camuffate tra i giovani e gli avventori della villa comunale.
Un clima che costringe la maggior parte dei cittadini ad evitare di frequentare la villa comunale del quartiere e altre zone in cui si rileva uno scenario analogo, complice l’assenza di controlli da parte delle forze dell’ordine che legittimano le gang di baby-teppisti a sentirsi i padroni delle strade di Ponticelli.