Si torna a parlare del dispositivo conosciuto con il nome di alcolock, di nuovo al centro dell’attenzione con il via libera del governo Meloni al nuovo codice della strada. Come suggerisce il nome, composto dalla parola alcol e dal termine inglese lock, che può significare serratura, lucchetto o, se usato come verbo, anche bloccare, si tratta di un sistema che impedisce l’accensione di un’auto se il conducente risulta positivo all’alcol.
Il nome tecnico dell’alcolock è ignition interlock device, oppure breath alcohol ignition interlock device. In altri termini, è uno strumento composto da un etilometro collegato direttamente al sistema di accensione del motore di un qualsiasi veicolo e impossibile da rimuovere senza far scattare una segnalazione alle forze dell’ordine.
Per poter accendere il veicolo, la persona sulla cui auto è stato installato l’alcolock è obbligata a soffiare dentro al dispositivo che si sblocca solo se i livelli di alcol registrati nel fiato del conducente sono inferiori ai livelli stabiliti. Se il test sfora la soglia di contenimento, l’auto resta semplicemente inutilizzabile, mettendo al sicuro la vita della persona al volante e di chi le sta intorno.
Per poter sbloccare nuovamente l’auto è necessario ripetere il test fino a quando il tasso alcolico non scende al punto giusto. In Italia verrà installato sui veicoli di chi è già stato sorpreso a guidare in stato di ebrezza e la soglia stabilita per far sbloccare l’auto sarà pari a zero. In questo modo chi è stato scoperto una prima volta a guidare in stato di ebbrezza, non potrà più mettersi alla guida nelle stesse condizioni una seconda.
La nuova disposizione italiana segue in realtà una direttiva comunitaria del 2022, con la quale l’Unione europea ha imposto a tutte le case automobilistiche, che commercializzano veicoli sul territorio dell’Unione, di predisporre un connettore standardizzato per l’installazione dell’alcolock su tutti i loro mezzi.