Aldo Amitrano, figlio del ras Domenico, nipote dei Sarno e figura saldamente radicata nell’ambiente camorristico ponticellese, forte del supporto di suo cognato Pasquale Ronza detto “calimero”, in seguito all’arresto di Umberto De Luca Bossa – finito in carcere nello stesso blitz che coinvolse anche suo padre Domenico Amitrano ad ottobre del 2020 – aveva cercato di trarre vantaggio dall’uscita di scena del boss reggente dell’omonimo clan per estrometterlo dalla gestione delle piazze di droga.
Uno scenario interamente ricostruito grazie alle intercettazioni dei dialoghi avvenuti tra il detenuto Umberto De Luca Bossa, il suo braccio destro Alessandro Ferlotti e suo fratello Emmanuel De Luca Bossa.
I primi dissapori con Romualdo junior vengono manifestati da Ferlotti il 15 dicembre del 2020, quando riporta a Umberto De Luca Bossa una discussione con Aldo (Romualdo Amitrano, ndr) reo di essersi inserito nella gestione dello spaccio di stupefacenti senza autorizzazione. Umberto esorta il suo gregario a chiedere ad Aldo una tangente di 100 euro per l’attività di spaccio.
Pochi giorni dopo, il 29 dicembre, nel corso di un’altra conversazione, Ferlotti conferma la presenza di dissidi con Aldo Amitrano e suo cognato Pasquale Ronza per la gestione del business degli stupefacenti. Nella fattispecie, Ferlotti riferisce a Umberto De Luca Bossa di essere impossibilitato ad agire per via del fatto che i due stavano monopolizzando la vendita di stupefacenti, attribuendogli le colpe di quello scenario in quanto, quando gli aveva esposto il problema per la prima volta, non gli aveva dato mandato di attivarsi per stroncare la questione sul nascere. Ferlotti riferisce che Pasquale Ronza aveva approfittato del lockdown come scusante per sentirsi autorizzato a spacciare dopo le 22 nei pressi dell’Eurobet, il centro scommesse situato nel rione Lotto O, fortino del clan De Luca Bossa.
Secondo quanto riferito a Ferlotti da Umberto De Luca Bossa, proprio a causa della condotta di Aldo Amitrano, in quei giorni aveva avuto una discussione con il padre Domenico, anche lui detenuto nel suo stesso istituto penitenziario, il quale poi si sarebbe impegnato ad attivarsi personalmente per risolvere la questione, precisando che avrebbe parlato al figlio Aldo per indurlo ad estromettersi dal business della droga.
Il rampollo di casa De Luca Bossa va su tutte le furie quando apprende che il fratello di un affiliato al suo clan spacciava per conto di Ronza e Amitrano, i quali per motivarlo gli avevano garantito un guadagno di 1,50 euro su ogni dose venduta e pertanto estorta Ferlotti a richiedere l’intervento di Luigi Austero che in quel momento ricopriva il ruolo di reggente del clan, affinchè si facesse consegnare tutti i proventi dell’attività di spaccio avviata da Amitrano per far sì che finissero nelle sue mani.
Il 13 gennaio la scena cambia: Ferlotti comunica a Umberto De Luca Bossa che Amitrano avrebbe fatto un passo indietro e che in quel frangente era dedito ad aiutare suo fratello Emmanuel De Luca Bossa ad amministrare la sua piazza di droga, il quale avrebbe perfino ereditato due piazze nel rione Santa Rosa e nel rione degli statali. in precedenza gestite proprio da Amitrano junior. A questo punto i dubbi del giovane boss si spostano sul fratello: Umberto teme che Emmanuel possa monopolizzare il business ed estrometterlo dagli affari. Il messaggio che chiede di recapitare a suo fratello Emmanuel è abbastanza esplicito: “Tu gli devi far capire una cosa… devi dire: ‘Tuo fratello ha fatto il bordello per questo qua…tu che fai? fai la stessa cosa tu?’…. vai da lui….digli: ha detto tuo fratello Umberto…tu purtroppo questa cosa non la puoi fare..devi fare una cosa diversa…devi dire ‘se la vuoi fare, lo fai insieme a lui ed è sempre una cosa di tuo fratello! Esce una cosa in più per te, ma è sempre una cosa di tuo fratello’.”
Dopo aver veduto l’ultima riserva di stupefacenti, Aldo Amitrano esce di scena e già dal giorno successivo alla sua estromissione, Emmanuel De Luca Bossa gli era subentrato nel controllo delle sue piazze. Complice una migliore qualità degli stupefacenti venduti, l’attività avviata dal fratello minore stava intralciando l’attività delle piazze di Umberto. Motivo per il quale Ferlotti si impegna a raggiungere Emmanuel affinchè i fratelli De Luca Bossa possano negoziare un accordo in merito alla spartizione dei proventi dell’attività di spaccio.
Umberto De Luca Bossa chiede al suo intercessore di chiarire in maniera esplicita a suo fratello Emmanuel il suo ruolo di capo, specificando che a lui non spetta una tangente fissa, ma una percentuale direttamente proporzionale alla crescita dei guadagni: “che vorrebbe darmi lui la settimana a me non ho capito? Questo è il discorso che gli devi fare, devi dire: ‘non è che per esempio se escono di più è una cosa tua…quella è sempre una cosa di tuo fratello! Che poi tuo fratello voglia fare metà e metà con te è un altro discorso! Perché a me non me ne fotte è mio fratello è stiamo a posto, ma tu questo glielo devi far capire”.
Una situazione che degenera con il passare dei giorni e in Umberto De Luca Bossa inizia ad insinuarsi il sospetto che il fratello Emmanuel abbia tratto vantaggio dal suo arresto subentrandogli nella gestione delle piazze di droga. Uno scenario che fa infuriare il primogenito di Tonino ‘o sicco che era riuscito ad estromettere Aldo Amitrano grazie alla discussione in carcere con il padre Domenico, a seguito della quale ha ordinato al figlio di farsi da parte per consentire ai De Luca Bossa di controllare il business della droga. Motivo per il quale la condotta del fratello lo irrita pesantemente, accusandolo di aver agito in maniera analoga ad Aldo Amitrano, arrecandogli un danno economico con l’aggravante che poteva beneficiare della ritrovata autonomia, grazie al risultato che si era prodigato ad ottenere lui attraverso il diverbio con Amitrano senior. Inoltre, Umberto fa leva anche su un altro punto: le piazze di droga nel Lotto O, case di Topolino, cinque torri, case dei pompieri, via della villa romana e non solo, erano state avviate grazie ad una sua intuizione; quindi, il fratello Emmanuel avrebbe dovuto manifestargli riconoscenza già solo per il fatto che quel business aveva ragione d’esistere per merito delle sue capacità criminali.
In virtù dello scenario che si stava delineando e dal quale intravedeva la sua progressiva estromissione dagli affari, Umberto De Luca Bossa si confronta con Ferlotti e Luigi Austero per impedire la conflittualità che si stava creando sul territorio in seguito all’intromissione di Aldo Amitrano e suo cognato Pasquale Ronza, oltre che di suo fratello Emmanuel.
Malgrado nell’ambito di un confronto telefonico avvenuto tra i due fratelli, Emmanuel aveva rassicurato Umberto, nei giorni successivi lo scenario non cambia. Tant’è vero che il 13 gennaio, durante l’ennesima conversazione telefonica, Umberto si lamenta con suo fratello per la scarsità di denaro, frutto delle attività illecite, che aveva consegnato a sua moglie.
Nel corso del confronto tra i due fratelli emergono le reciproche preoccupazioni rispetto al ruolo preponderante che stavano assumendo altri affiliati, in particolare Luigi Austero, legato sentimentalmente alla loro cugina, Martina Minichini, approfittando dell’uscita di scena di Umberto.
Al termine della conversazione Umberto esorta Ferlotti ad unirsi a Chicco – soprannome di Emmanuel De Luca Bossa – nella gestione delle piazze di droga.
Seppure la mediazione di Domenico Amitrano avesse decretato l’uscita di scena del figlio Aldo, di lì a poco suo genero, Pasquale Ronza continuava a spacciare nella zona di competenza dei De Luca Bossa.
Nel corso di una conversazione avvenuta tra i figli di Tonino ‘o sicco il 23 gennaio emerge tutto il disappunto per il fatto che Aldo Amitrano era tornato a spacciare, servendosi dell’aiuto di un ragazzo. Umberto consiglia a suo fratello di continuare a gestire le piazze senza lasciarsi turbare dall’accaduto e di evitare di custodire in casa armi di grosso calibro.
Ad inasprire ulteriormente il clima concorre l’arresto di Ferlotti, avvenuto il 15 febbraio. Un evento che indebolisce ulteriormente Umberto De Luca Bossa che si vede privato dell’affiliato del quale si fidava maggiormente e che suscita l’ira di Luigi Austero, costretto a farsi carico delle spese legali e che aveva fornito il denaro per l’acquisto degli stupefacenti che erano stati sequestrati contestualmente all’arresto di Ferlotti.
Dalle conversazioni che Umberto De Luca Bossa continua ad intrattenere con parenti e affiliati nelle settimane successive, trapelano le continue richieste di denaro e la perenne necessità di sollecitare i pagamenti da parte dei vertici del clan che dal loro canto lasciano progressivamente intravedere un atteggiamento finalizzato ad accantonare il figlio maggiore di Antonio De Luca Bossa mentre, di contro, Luigi Austero seguita ad andare incontro ad una vera e propria ascesa, forte dell’appoggio dei fratelli Minichini, grazie al legame sentimentale con la sorella Martina, fino ad arrivare a ricoprire il ruolo di reggente.