I raid incendiari avvenuti lo scorso dicembre e indirizzati alla figlia e alla sorella di Domenico Amitrano, nipote dei Sarno e figura di spicco della malavita ponticellese, rappresentarono l’ultimo sussulto camorristico del 2022.
Due episodi a distanza ravvicinata che videro avere la peggio le auto riconducibili a due omonime: Annamaria Amitrano, rispettivamente figlia e sorella del ras Domenico.
Il primo episodio si verificò intorno alle 2 del 15 dicembre 2022. I Carabinieri della compagnia di Napoli Poggioreale intervennero in via Oplonti, nel rione Lotto O, per l’incendio di una Jeep Renegade parcheggiata in strada. Le fiamme, domate dai vigili del fuoco, danneggiarono anche un’altra vettura. L’auto, utilizzata dalla figlia del ras, era intestata a Pasquale Ronza, detto Calimero, arrestato da latitante ad agosto del 2022.
Pochi giorni dopo, nella notte tra sabato 17 e domenica 18 dicembre, intorno alle 4, il secondo raid. I carabinieri del nucleo radiomobile di Napoli giunsero ancora una volta nel Lotto O, in Via Cleopatra, per effettuare gli accertamenti del caso, in seguito all’incendio che aveva parzialmente danneggiato una Fiat Panda riconducibile a “bambola di pezza”, la sorella di Domenico Amitrano che verrà poi arrestata il mese successivo, insieme agli altri affiliati al clan De Luca Bossa accusati di essere gli artefici della “notte delle bombe” che andò in scena a luglio del 2022 e che fece registrare l’esplosione di ben tre ordigni a distanza ravvicinata.
Secondo quanto emerso di recente tra i palazzoni del rione Lotto O, roccaforte del clan De Luca Bossa, quei due raid rappresenterebbero la conseguenza diretta di un episodio eclatante avvenuto in carcere e che avrebbe poi sortito quelle plateali conseguenze anche nel rione-simbolo dell’egemonia del clan.
Un violento litigio nel corso del quale sarebbero finiti alle mani due soggetti che in passato avevano già avuto degli attriti: Umberto De Luca Bossa, rampollo del clan radicato nel Lotto O e Pasquale Ronza, genero di Domenico Amitrano. Secondo quanto si vocifera tra gli abitanti del fortino del clan De Luca Bossa, ad avere la peggio sarebbe stato proprio il rampollo di quest’ultimo clan, costretto a ricorrere alle cure mediche per la gravità delle ferite riportate e pertanto spedito in infermeria.
Un episodio che non suscita stupore, malgrado si tratti di soggetti affiliati allo stesso clan, almeno sulla carta.
Non è un segreto infatti che l’alleanza tra Amitrano e i De Luca Bossa sia stata oggetto di accese polemiche, perchè Mimì ‘a puttana – questo il soprannome di Domenico Amitrano negli ambienti camorristici – era il cugino di Luigi Amitrano, il giovane nipote e autista del boss Vincenzo Sarno che perse la vita nell’attentato con autobomba pianificato da Antonio De Luca Bossa. Domenico Amitrano è sopravvissuto al primo attentato stragista con autobomba in Campania per una fortuita casualità, motivo per il quale anche molti membri della sua stessa famiglia hanno aspramente criticato, fin dal primo momento, la sua decisione di entrare in affari con gli assassini di suo cugino.
Il sentore che ha perennemente accompagnato l’alleanza tra due fazioni che avrebbero avuto molte più ragioni per osteggiarsi era quello che lasciava presagire che a capitolare sarebbe stato il gruppo che per primo avrebbe compiuto un passo falso che la controparte si sarebbe rivelata pronta a sfruttare a suo vantaggio per chiudere definitivamente la partita, regolando in questo modo anche i vecchi conti in sospeso.
In questo clima, prima ancora che i Carabinieri del Gruppo di Torre Annunziata mettessero fine alla latitanza di Ronza, durata poco più di un mese, si erano già registrate delle fibrillazioni tra quest’ultimo, affiancato da suo cognato Romualdo Amitrano e i fratelli De Luca Bossa. L’oggetto della disputa era il controllo di alcune piazze di droga nella zona controllata dai De Luca Bossa. In quel frangente, l’atto di irriverenza che figlio e genero indirizzarono agli alleati fu sedato da Domenico Amitrano che probabilmente stimò che il momento della resa dei conti non era ancora arrivato.
In virtù delle vecchie ruggini e dei dissidi che intercorrevano tra le parti, non desta stupore che i due giovani siano venuti alle mani, quando si sono ritrovati a tu per tu in carcere.
In quest’ottica, i due raid incendiari indirizzati alle donne di casa Amitrano, in particolare quello che ha visto gettata in pasto alle fiamme la Jeep intestata proprio a Ronza, assumono tutte le caratteristiche dell’azione ritorsiva e minatoria, voluta per indirizzare un monito ben preciso alla fazione diventata ostile non solo per l’affronto indirizzato al primogenito di Antonio De Luca Bossa, ma anche per aver compiuto l’ennesimo cambio di casacca. Gli Amitrano, infatti, in seguito alla dissoluzione del clan Sarno, erano confluiti nel nascente clan De Micco. L’alleanza con i De Luca Bossa nacque proprio negli anni in cui i De Micco andarono incontro alla prima battuta d’arresto, complice il blitz che nel 2017 portò all’arresto di 23 figure apicali del clan. Ancora una volta in seguito a un blitz che ha sancito la fine dell’ennesima era camorristica, quello eseguito lo scorso novembre, gli Amitrano sarebbero nuovamente tornati a bussare alla porta dei De Micco. Un dettaglio che può aver concorso ad imbruttire i toni tra le parti e che in tal senso potrebbe rappresentare anche l’esplicito invito dei De Luca Bossa a lasciare il rione, in virtù della cessata alleanza.