Svolta nelle indagini volte a far luce sull’omicidio di Friederick Akwasi Adofo, 40enne ghanese, giunto in ospedale per un grave trauma cranico ed emorragia cerebrale, dopo essere stato soccorso in strada nella notte tra domenica 18 e lunedì 19 giugno in via Principe di Piemonte nel comune napoletano di Pomigliano D’Arco.
I militari della Compagnia e del Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna hanno dato esecuzione a un decreto di fermo emesso nel corso della giornata odierna, mercoledì 21 giugno, nei confronti di due minorenni, entrambi sedicenni, gravemente indiziati di omicidio volontario, commesso con l’aggravante dei futili motivi e della crudeltà. I militari sono riusciti a rintracciare i presunti autori del pestaggio che ha provocato la morte del clochard avviando un’ininterrotta attività investigativa che nell’arco di meno di 48 ore hanno concorso a chiudere il cerchio delle indagini.
Gli approfondimenti, subito avviati dai militari dalla Stazione Carabinieri di Pomigliano d’Arco, e svolti con l’intervento dal Nucleo Operativo e Radiomobile di Castello di Cisterna e del Nucleo Investigativo, si sono incentrati sull’acquisizione e successiva minuziosa analisi delle telecamere presenti nella zona in cui la vittima è stata soccorsa. Proprio una telecamera, installata in un esercizio commerciale, ha ripreso la violenta aggressione, improvvisa e immotivata, da parte dei minori nei confronti della vittima, che si trovava da sola in strada. I due, dopo aver colpito al volto l’uomo, hanno continuato a sferrare calci e pugni, la maggior parte dei quali indirizzati al capo, quando ormai la vittima era immobile a terra. È stata quindi posta in essere dai carabinieri una sistematica raccolta di immagini impresse nei sistemi di videosorveglianza della città.
I video estrapolati hanno permesso di ricostruire il percorso dei due giovani aggressori ed ottenere ritratti più nitidi dei relativi volti: il successivo raffronto con i contenuti multimediali pubblicati dai medesimi sui propri profili social network, ha definitivamente consentito la loro individuazione. Dalla visione dei profili social dei due ragazzi indagati è emersa la presenza di contenuti che esaltano la violenza, con immagini di coltelli e bastoni retrattili. Nel corso delle perquisizioni locali svolte presso le abitazioni degli indagati, sono stati rinvenuti indumenti utili alle indagini.