Il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi si è spento questa mattina alle 9:30 all’ospedale San Raffaele di Milano all’età di 86 anni.
Tutti i figli di Silvio Berlusconi, tranne l’ultimogenito Luigi, sono arrivati all’ospedale San Raffaele di Milano dove il leader di Forza Italia è di nuovo ricoverato dallo scorso venerdì 9 giugno.
Qualche secondo appena dopo l’annuncio del decesso di Silvio Berlusconi, la notizia è rimbalzata sui siti di tutto il mondo. Tra i primi, le agenzie russe Tass e Ria Novosti, seguite da Bbc, The Times, Financial Times, Le Monde, i giornali spagnoli El Mundo ed El Pais.
Messaggi di cordoglio stanno giungendo non solo da politici e istituzioni, ma anche da tantissimi rappresentanti del mondo dello spettacolo che esternano gratitudine e riconoscenza al fondatore di Mediaset.
Nel giorno della scomparsa di Silvio Berlusconi, il Senato rilancia sui social il testo dell’ultimo discorso del leader di Forza Italia a Palazzo Madama. Risale al 26 ottobre dell’anno scorso, in occasione delle dichiarazioni di voto per la fiducia al governo Meloni, e segnò il ritorno del Cavaliere in Aula, dopo la decadenza da senatore decisa il 27 novembre 2013, anno in cui tra l’altro espresse il voto favorevole, quasi a sorpresa e “non senza interno travaglio” come disse all’ora, all’esecutivo di Enrico Letta.
“Signor Presidente, oggi non farò sfoggio della mia eloquenza, perché ho tante, tante cose da dire e quindi mi sono scritto diligentemente tutto”, l’esordio di Berlusconi, che in quel discorso di otto mesi fa, rilanciato sui social di Palazzo Madama, si disse “felice” anche perché tre ore prima era nato il suo diciassettesimo nipotino. “È per me un motivo di soddisfazione riprendere la parola in Senato dopo nove anni e farlo proprio quando il popolo italiano ha scelto, ancora una volta, di affidare il Governo del Paese alla coalizione di centrodestra”, aggiunse il leader di Forza Italia, rivendicando di aver dato “vita ventotto anni fa” all’alleanza “che, da allora ad oggi, ha scritto pagine fondamentali nella storia della Repubblica; ha realizzato una democrazia compiuta, una democrazia di tipo europeo basata sull’alternanza fra due parti legittimate dal voto degli italiani”. “Non è questo il momento, onorevoli senatori, per ricordare tutti i successi ottenuti dai Governi di centrodestra, ma – aggiunse – una sola cosa voglio rivendicare con orgoglio: i nostri Governi hanno sempre avuto come stella polare del loro agire la stella polare della libertà. Non abbiamo mai approvato una norma, una legge, un provvedimento, che potessero ridurre gli spazi di libertà dei cittadini. Non abbiamo mai compiuto una scelta di politica internazionale che non fosse dalla parte dell’Occidente, dalla parte della libertà. Io sono assolutamente sicuro che il nuovo Governo seguirà questa stessa strada, con questi stessi principi”. Quindi la dichiarazione di voto favorevole alla fiducia al governo di Giorgia Meloni e la promessa di lavorare “con lealtà, con passione, con spirito costruttivo per realizzare il nostro programma”. “Ieri e oggi abbiamo ascoltato dal presidente Meloni parole definitive e totalmente condivisibili sui diritti, sulle libertà, sulla necessità di abbassare le tasse, sulla necessità di promuovere una pace fiscale; un impegno ad affrontare subito le grandi emergenze, a partire dalla necessità di diminuire i costi dell’energia per le famiglie e per le imprese; un impegno a riprendere una politica energetica non più condizionata dal partito del no e dall’ambientalismo ideologico della sinistra”, sottolineava i “problemi strutturali” dell’Italia, “la lentezza della burocrazia”, la “inefficienza del sistema giudiziario”, il “carico fiscale insostenibile dalle famiglie e dalle imprese”. “Una delle priorità, da approvare nel più breve tempo possibile, è la riforma della tassazione per un fisco più equo e più leggero, pur nella necessità di non disattendere i vincoli di bilancio che l’Europa e i mercati ci impongono”, avvertiva Berlusconi, indicando come “priorità irrinunciabile” anche la riforma della giustizia, “una riforma davvero garantista, non contro la magistratura, ma per il diritto, per l’equità, per la libertà”. Il leader di FI ricordò il Trattato di Pratica di Mare, ” considerato da tutti come un vero e proprio miracolo” e che il suo “progetto, condiviso da molti, era allora quello di recuperare la Russia all’Europa”. “Purtroppo l’invasione dell’Ucraina ha vanificato questo nostro disegno, perché siamo tornati a prima del 2002, con la Russia isolata dall’Europa e con l’Europa e l’Occidente uniti contro la Russia – aggiunse -. In questa situazione noi naturalmente non possiamo che essere con l’Occidente, nella difesa dei diritti di un Paese libero e democratico come l’Ucraina. Per tutto questo noi dobbiamo lavorare per la pace; lo faremo in pieno accordo con i nostri alleati occidentali e nel rispetto della volontà del popolo ucraino. Su questo la nostra posizione è ferma e convinta; è assolutamente chiara e non può essere messa in dubbio da nessuno, per nessun motivo”.