Si intitola Il sogno della ragione ed è ispirato a La Città del Sole di Tommaso Campanella il nuovo progetto di Rosario Diana, primo ricercatore di Filosofia all’Ispf-Cnr, in scena dal 24 al 26 maggio, alle ore 20.30, al Centro Stabile di Musica e Cultura “Domus Ars” di Napoli (via Santa Chiara, 10), nell’ambito di Napoli città di filosofi: saperi e pratiche di vita civile, progetto programmato e finanziato dalla Regione Campania (POC 2014-2020) attraverso la Scabec, realizzato dall’Associazione culturale Quidra di Napoli.
Composta in volgare, poi tradotta in latino dallo stesso filosofo naturalista e infine pubblicata nel 1623 a Francoforte, l’opera sarà anche al centro di un seminario che si terrà giovedì 25 maggio, ore 16.00, presso Sala della Biblioteca dell’Inpf-Cnr di Napoli (via Porta di Massa, 1), con la possibilità di partecipare anche da remoto (link), e a cui interverranno Manuela Sanna, direttrice dell’Ispf-Cnr, Manuel Bertolini, ricercatore di filosofia presso l’Ispf-Cnr, e Rosario Diana.
Lo spettacolo – ideato, scritto e diretto da Rosario Diana –, a ingresso gratuito (consigliata la prenotazione), è inserito nelle celebrazioni del centenario della fondazione del Consiglio nazionale delle ricerche e vuole anche ricordare i quattrocento anni dalla prima edizione de La Città del Sole, «scritta nel 1602 mentre il suo autore era imprigionato a Napoli nel Castel Nuovo per aver capeggiato una rivolta antispagnola in Calabria nel 1699 – ricorda Rosario Diana –. Nelle poche pagine di cui si compone l’opera, il frate concepì una città immaginaria in un’isola nei mari d’Oriente abitata da una comunità felice di uomini e donne che hanno bandito ogni forma di proprietà privata. Fallito il progetto di instaurare nella sua terra d’origine una repubblica teocratico-comunista (di cui sarebbe stato capo politico e sacerdote), Campanella decise evidentemente di mettere per iscritto il suo sogno svanito».
Questa circostanza fa de La Città del Sole il manifesto di un progetto politico fortemente sentito dal filosofo. Nello spettacolo – il cui titolo trasforma il senso del famoso adagio pronunciato dal pittore spagnolo Francisco Goya sul “sonno” della ragione – è sottolineato questo aspetto e vengono mostrati i pericoli dell’utopia, mettendo in relazione il “sogno” campanelliano, per certi versi aberrante, con la sensibilità del nostro tempo, di cui sono espressione i due danzatori (Federico Contella e Martina Nappi) che interagiscono con il protagonista, interpretato da Tony Laudadio.
Lo spettacolo e il seminario rientrano in Napoli città di filosofi: saperi e pratiche di vita civile, inaugurato lo scorso febbraio dalla l’XI edizione del Premio filosofico “Giambattista Vico”, presso il Dipartimento di studi umanistici dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, a cui hanno partecipato oltre 400 studenti. Il progetto, che si articola in tre fasi, coniuga lo studio filosofico con interventi didattici e di ricerca sul pensiero moderno, in grado di offrire momenti di riflessione critica sul nostro agire “pratico”, nel senso nobilissimo delle ragioni della prassi dentro la polis, per riarticolare un vissuto dell’uomo contemporaneo fatto di azioni e di idee, di fatti da tradurre in idee e di idee da concretizzare in fatti.