Nel primo pomeriggio di lunedì 15 maggio si sono riaperte le porte del carcere per Antonio Nocerino detto “brodino”, 28 anni il prossimo 13 agosto, stimato essere una delle figure più autorevoli del clan De Micco di Ponticelli.
Scarcerato lo scorso settembre, Nocerino è stato fermato dalla Polizia di Stato in esecuzione di un’ordinanza di applicazione della misura cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, al culmine delle indagini condotte dalla Squadra Mobile di Napoli e dei poliziotti del commissariato di Ponticelli. Pesanti le accuse che pendono sul suo capo: tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso e rapina ai danni di un imprenditore del quartiere.
L’uomo finito nel mirino del giovane leader del clan De Micco avrebbe subito una richiesta estorsiva di trentamila euro, oltre ad ingenti danni arrecati all’attività e pertanto si è visto costretta a chiuderla.
Una risposta importante da parte della Polizia di Stato che depaupera il clan egemone a Ponticelli del suo leader più autorevole. Arrestato a 18 anni da latitante per tentato omicidio e associazione di tipo mafioso, il suo ritorno nel quartiere, lo scorso settembre, fu festeggiato con grande enfasi, soprattutto perchè è maturato nel momento più propizio per la sua cosca d’appartenenza che in quel momento storico attraversava una fase di difficoltà oggettiva, vedendosi costretta principalmente a contenere le incursioni dei De Luca Bossa, intenzionati a ridisegnare un nuovo equilibrio camorristico sul territorio. La scarcerazione di “Brodino” ha dato il via ad una serie di eventi propizi che hanno concorso a rinsaldare l’egemonia dei cosiddetti “Bodo”.
Fedelissimo e convinto sostenitore della causa dei De Micco, così come platealmente comprova il tatuaggio inciso sul fianco destro, unitamente ad una sfilza di aneddoti ed azioni efferate. Un tatuaggio che conquistò la ribalta nazionale, unitamente a quelli scalfiti sul corpo degli altri affiliati, perchè capaci di descrivere in maniera eloquente il nuovo brand camorristico fondato dai De Micco a Ponticelli, contestualmente al declino del clan Sarno. Un modello basato su un linguaggio più giovane, sfrontato ed efficace, non solo nell’estetica, ma anche nell’etica da adottare: il provvedimento che ha ricondotto Nocerino in carcere, dopo appena 8 mesi, lo comprova: oggi come allora, per rinsaldare il potere del clan, i De Micco puntano sulle estorsioni “pesanti” praticate con metodi violenti.