Dopo trentatré anni di astinenza, il Napoli si è laureato campione d’Italia per la terza volta nella sua storia. Tanto è passato dai successi di Maradona a questo di Spalletti, che ha saputo spezzare quella che per alcuni iniziava ad essere una vera e propria maledizione.
In più di un’occasione, infatti, gli azzurri sono andati vicini al sogno Scudetto. L’anno scorso la squadra partenopea non era riuscita a tenere il passo del Milan nella seconda parte di stagione, mentre in precedenza era riuscita a non vincerlo nonostante avesse firmato il suo record di punti in un singolo campionato (91 nella stagione 2017-18).
Allora era stata la Juventus a mettergli il bastone tra le ruote, in grado di fare ancora meglio mettendo a referto ben 95 punti. Stavolta, invece, non ci sono state rivali che hanno tenuto il suo andamento che può ancora valere un nuovo primato di punti, per un Napoli che a quel punto sarebbe “semplicemente” nella leggenda.
Record o meno, ciò che hanno fatto Luciano Spalletti e i suoi ragazzi era difficilmente pronosticabile alla vigilia del via del campionato dal momento che la compagine campana era indicata come quinta favorita al titolo, anche dietro la Roma di Mourinho oltre alle milanesi e ai bianconeri. “Roba” che neanche gli analisisti delle stastistiche delle scommesse sul calcio si sarebbero mai aspettati, anche per via delle tante partenze in estate che hanno privato la squadra dei suoi “senatori”.
Sono andati via Mertens, Insigne, Koulibaly e Ospina e al loro posto sono arrivati nuovi acquisti quasi sconosciuti come Kim Min-Jae e Kvaratskhelia che inizialmente non avevano raccolto i consensi dei tifosi. E invece le cose sono andate ben diversamente, con il DS Cristiano Giuntoli che alla fine ci ha visto giusto e il tecnico toscano che ha saputo integrare al meglio i nuovi arrivi e anche rivitalizzare giocatori come Rrahmani, Meret, Mario Rui e Lobotka, tutte “pedine” fondamentali all’interno dello scacchiere dell’allenatore. E chissà se proprio questi giocatori potranno scrivere nuove capitoli del Napoli anche nelle prossime stagioni per raggiungere, o quantomeno avvicinarsi, Marek Hamsik, in cima alla classifica per presenze con la maglia azzurra, ancora oggi beniamino dei tifosi partenopei e grande protagonista della storia recente del club campano. Di seguito, la classifica.
Napoli, la classifica dei giocatori con più presenze
Partendo dal giocatore che più di ogni altro ha rappresentato l’immaginario collettivo della Napoli calcistica, in diciannovesima posizione troviamo Diego Armando Maradona. 259 le sue presenze con la maglia dei partenopei, con la quale ha vinto due scudetti, una Coppa Uefa, una Coppa Italia ed una Supercoppa Italiana.
Successi, questi, che in parte ora il Napoli è tornato a rivivere, e il merito va anche a chi è passato prima dei vari Di Lorenzo, Kvara e gli altri. Esattamente come Paolo Cannavaro, che al Napoli ha legato nove stagioni della sua carriera da professionista indossando la maglia azzurra per ben 278 volte. Ancora meglio ha fatto un’altra bandiera del Napoli recente, Christian Maggio, a quota 308. I due si trovano rispettivamente in dodicesima e undicesima posizione di questa classifica, mettendo dietro i vari Ottavio Bugatti (18°), Dino Panzanato (17°), Luigi Pogliana (16°), Attila Sallustro (15°), Carlo Buscaglia (14°) e Bruno Gramaglia (13°).
Ad aprire la top ten c’è un altro senatore del Napoli recente, partito in direzione Londra, sponda Chelsea, proprio nell’ultima sessione estiva di mercato. Stiamo parlando ovviamente di Kalidou Koulibaly, decimo con 317 presenze a guidare la difesa della formazione campana.
Davanti al senegalese, un altro big del Napoli “maradoniano”, Ciro Ferrari, nono con 322 presenze. Ottava posizione, invece, per Piotr Zielinski, che all’ombra del Vesuvio ha trovato il suo posto nel calcio che conta. Settimo José Maria Callejon, interprete perfetto del ruolo di esterno destro secondo quelli che erano gli schemi di Sarri e che prima di salutare ha messo a referto 349 apparizioni con la maglia dei partenopei. Sesto posto per Moreno Ferrario, anche lui protagonista ai tempi di Maradona e che in azzurro ha raccolto ben 396 presenze.
Con appena una presenza in più, troviamo poi Dries Mertens, che a Napoli ha lasciato letteralmente il cuore tanto da non vendere la sua casa di Posillipo dove ancora oggi va in vacanza quando gli impegni calcistici glielo permettono.
Quarta posizione, invece, per l’ex compagno di reparto del belga, “figlio” di Napoli a tutti gli effetti, Lorenzo Insigne. Per lui 434 presenze prima di salutare per provare l’esperienza Oltreoceano con Toronto nella MLS.
La top three si apre invece con Antonio Juliano, al Napoli dal 1961 al 1978 con 505 presenze. Secondo posto per Giuseppe Bruscolotti, altro elemento imprescindibile del Napoli del primo Scudetto. Per lui sono 511 le presenze con i partenopei.
A comandare questa classifica, invece, è chi con Napoli e l’Italia aveva ben poco a che fare, se non altro per via delle sue origini, slovacche. Lo abbiamo anticipato ma lo ribadiamo: si tratta di Marek Hamsik, un nome che tra le strade del capoluogo campano fa ancora battere il cuore. Per lui 520 presenze e 121 gol con la maglia azzurra, che peraltro fino a poco tempo fa gli valevano la prima posizione della classifica dei marcatori, oggi in mano a Mertens (148 gol) e Insigne (122).