A una settimana di distanza dall’omicidio di Vincenzo Costanzo, il 26enne ras del rione Conocal di Ponticelli, pullulano sui social network i video-tributo dedicati al nipote acquisito del boss Antonio D’Amico, non solo da amici e parenti, ma anche da parte di diversi esponenti della malavita locale.
In netta antitesi l’atteggiamento adottato da una parte della famiglia D’Amico che no hanno battuto ciglio al cospetto della morte del parente, in primis i figli di Annunziata D’Amico e i membri della famiglia più legati alla donna-boss uccisa dai De Micco nel 2015, rea di essersi rifiutata di sottostare alle direttive impartite dal clan rivale che proprio mettendo la firma su quel delitto eccellente conquistò il controllo di Ponticelli, mettendo fine a una faida di camorra che ha macchiato le strade del quartiere per svariati anni, facendo registrare vittime su entrambi i versanti. Proprio per questo destano particolare stupore i commenti di cordoglio rivolti a Costanzo sui social da parte dei parenti di affiliati al clan De Micco uccisi proprio dai D’Amico, famiglia/clan d’appartenenza del 26enne.
Anche gli account utilizzati dai De Micco su TikTok per rilanciare le quotazioni del clan, soprattutto tra i giovanissimi, nei giorni successivi all’omicidio di Costanzo sono particolarmente attivi. Tra i tanti video pubblicati di recente, spicca sicuramente un frame su tutti:
Un messaggio che ben sintetizza la politica intrapresa dai De Micco dall’inizio del 2023 e che da febbraio ad oggi ha fatto registrare una media di tre morti al mese: Federico Vanacore, Bruno Solla, Vincenzo Costanzo. Tutti soggetti in rotta di collisione con i De Micco, malgrado la recente alleanza sbandierata proprio sullo stesso social network tra questi ultimi e il ras del Conocal, complice l’ingresso in famiglia di Matteo Nocerino, cugino di Antonio Nocerino detto “brodino”, figura di primo ordine dei “Bodo” malgrado la giovane età. Il 19enne arrestato all’indomani dell’omicidio di Costanzo si è sposato con una delle cinque figlie del boss Antonio D’Amico, rendendolo nonno di due bambini che portano i nomi dei nonni.
I social rivelano anche che nei giorni precedenti all’omicidio di Costanzo, i rampolli di casa De Micco si sono concessi una vacanza a Ibiza, approfittando del ponte del primo maggio, generando così una strana suggestione. In passato, infatti, alla vigilia di delitti eclatanti, i De Micco erano soliti spedire in vacanza i soggetti affiliati al clan che dovevano restare al di sora di ogni sospetto che potevano così disporre di un comodo alibi. Basta ricordare che la sera in cui fu ucciso Carmine D’Onofrio, il 23enne figlio naturale del boss Giuseppe De Luca Bossa, il boss Marco De Micco pernottò in un lussuoso albergo sul lungomare Caracciolo di Napoli insieme a sua moglie.
L’unico dato certo è che il rampollo di casa De Micco, insieme al primogenito del gestore della piazza di droga più redditizia di Ponticelli ed altri due amici hanno ampiamente documentato il loro soggiorno a Ibiza sui social network. Tra i tanti frame, spicca “il pollice in giù” esibito proprio dai due rampolli di due famiglie di primo ordine della malavita ponticellese con tanto di orologi di lusso in bella mostra. Il video è stato poi rimosso nelle ore successive all’agguato costato la vita a Costanzo, forse proprio per evitare che quell’immagine potesse essere accostata all’omicidio.
Quel Rolex esibito in bella mostra evoca ricordi che sembrano appartenere a un’altra vita e che invece risalgono appena a qualche anno fa. Quando fu arrestato per la prima volta da latitante, mentre festeggiava a un banchetto di nozze in un ristorante del napoletano, Marco De Micco era l’unico degli invitati ad esibire un rolex del valore di oltre 30mila euro, a riprova del suo status di boss.
Anche durante il fugace periodo trascorso a Ponticelli, dalla scarcerazione del marzo 2021 all’ennesimo arresto ad aprile del 2022, il boss Marco De Micco ha puntualmente palesato la sua passione per i rolex.
Simbolo per antonomasia di lusso, sfarzo e potere, esibito anche dagli “Scissionisti” di Secondigliano.
Un oggetto costoso e vistoso che nel linguaggio camorristico contemporaneo sostituisce i pomposi anelli che in passato venivano indossati al mignolo dai boss. In oro massiccio, adornati da voluminose pietre preziose, non passavano di certo inosservati.
I tempi, però, cambiano.
La moda e soprattutto le esigenze dettate dal linguaggio in perenne evoluzione adottato dalla malavita, ancor più nell’era dei social network, impone di diramare messaggi in grado di sortire un impatto forte ed immediato sulla collettività o meglio sui “followers”.
Motivo per il quale, quel frame, e ancor più la sua rimozione, non sono passati inosservati agli occhi dei seguaci delle gesta della nuova generazione dei De Micco.