Si svolgerà presso l’auditorium del liceo scientifico statale “Salvatore Di Giacomo” di San Sebastiano al Vesuvio, il prossimo mercoledì 5 aprile, alle ore 11, la presentazione del libro “Paolino Avella-Il ragno” della giornalista Luciana Esposito, pubblicato dalla Iod edizioni.
Un libro che ripercorre la storia di Paolino Avella, studente della III D del liceo vesuviano, ucciso da due malviventi che lo intercettarono all’uscita di scuola per rubargli lo scooter. Paolino si oppose, innescando un inseguimento che terminò quando i due speronarono la ruota posteriore del suo scooter provocando la caduta del giovane, morto per la gravità delle lesioni riportate dagli organi interni nell’impatto con il marciapiede.
Era il 5 aprile del 2003: esattamente una settimana dopo Paolino avrebbe compiuto 18 anni.
Tutt’altro che casuale, quindi, la scelta della data di uscita del libro, la cui presentazione s’incastona in una lunga carrellata di iniziative che animeranno il “Paolino Day”, in programma il prossimo 5 aprile per commemorare quello che sarà per sempre uno studente del liceo e finalizzate a rilanciare la bellezza della vita attraverso performance sportive, artistiche e non solo.
Un libro che la giornalista Luciana Esposito ha scritto con un coinvolgimento diverso e più profondo, in virtù dell’amicizia che la legava a Paolino, suo compagno di scuola, tant’è vero che include anche la sua testimonianza, essendo stata una delle prime persone ad accorrere sul lungo dell’incidente.
Un approccio inevitabilmente meno distaccato, rispetto a quello che ha segnato la sua prima opera “Nell’inferno della camorra di Ponticelli-Napolitan”, ma che fornisce una ricostruzione completa e precisa della vicenda, impreziosita dai ricordi e dalle testimonianze dei docenti e dei compagni di scuola di Paolino e che ripercorre anche gli eventi salienti che si sono alternati nel corso dei vent’anni trascorsi da quel tragico 5 aprile 2003, senza tralasciare l’analisi attenta e puntuale dello scenario camorristico che si respirava all’ombra del Vesuvio in quegli anni, dal quale trapela una suggestione inquietante: Paolino potrebbe non essere stato vittima di “una banale” rapina finita male.