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19 marzo: San Giuseppe, la storia del patrono dei padri di famiglia, dei carpentieri, dei moribondi e dei lavoratori

Redazione Napolitan di Redazione Napolitan
18 Marzo, 2024
in Arte & Spettacolo
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19 marzo: San Giuseppe, la storia del patrono dei padri di famiglia, dei carpentieri, dei moribondi e dei lavoratori
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San Giuseppe è un uomo giusto, riconosciuto nel Nuovo Testamento come il padre putativo di Gesù. La sua figura è venerata nella chiesa cattolica e ortodossa ed è stato dichiarato il patrono della chiesa cattolica da Beato Pio IX, l’8 dicembre 1870.

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San Giuseppe è il santo protettore di tutti i papà in quanto padre di Gesù, scopriamo la vita e la storia del santo che si festeggia il 19 marzo.

San Giuseppe è patrono dei padri di famiglia, dei carpentieri, dei moribondi oltre che di tutti i lavoratori. San Giuseppe, padre di Gesù e sposo di Maria, è definito proprio per la sua fede, con l’appellativo sobrio e grandioso, di “uomo giusto” perché disponibile ad obbedire fedelmente alla parola di Dio. Non dubitò di Maria circa l’origine santa del concepimento. Il  falegname di Nazareth è stato a suo modo un rivoluzionario perché non obbedì alle leggi del suo tempo per abbracciare la volontà divina.

Il 19 marzo si festeggia la Festa del Papà che ogni giorno si sacrificano e amano profondamente i proprio figli, proprio come San Giuseppe. Giuseppe si è fatto carico di una paternità non sua. Cresce il Figlio di Dio e lo accompagna alla maturità come un amorevole papà.

San Giuseppe è l’esempio di uomo buono come ha sottolineato lo stesso Papa Francesco: «E se Gesù uomo ha imparato a dire “papà”, “padre”, al suo Padre che conosceva come Dio, lo ha imparato dalla vita, dalla testimonianza di Giuseppe: l’uomo che custodisce, l’uomo che fa crescere, l’uomo che porta avanti ogni paternità e ogni mistero, ma non prende nulla per sé». 

Rappresentante della famiglia e padre di Gesù, il Figlio di Dio, è un santo importante. Le notizie dei Vangeli canonici su San Giuseppe sono molto scarne. Matteo e Luca dicono che Giuseppe era un discendente del re Davide e originario di Betlemme. Suo padre si chiamava Giacobbe e pare che fosse il terzo di 6 fratelli.

Giuseppe, il cui nome, di origine ebraica, significa “Dio aggiunga”, inteso, in senso lato, come “aggiunto in famiglia”. Abitava nella piccola città di Nazaret dove esercitò la sua professione di  falegname e all’età di circa 30 anni fu convocato dai Sacerdoti del Tempio, con altri scapoli della Tribù di Davide, per prendere moglie. Lei era Maria e a 14 anni, fu data in sposa a Giuseppe.

In molti pensano che Giuseppe fosse un falegname. Ma non è esattamente così. Bisogna riferirsi a Matteo 13, 55, versetto in cui Gesù viene definito come “il figlio del carpentiere”. Il termine greco téktôn, che si traduce solitamente con “carpentiere”, corrisponde al latino faber e indica un artigiano che lavora il legno o la pietra. E infatti il legno non era un’esclusiva dei falegnami, ma ai tempi era fondamentale per la costruzione delle case nella regione. Gesù ha imparato il mestiere da Giuseppe.

Sposo di Maria e padre putativo di Gesù, guida la Sacra Famiglia nella fuga e nel ritorno dall’Egitto, rifacendo il cammino dell’Esodo. Quando l’angelo comanda a Giuseppe di rifugiarsi in Egitto per sottrarsi alla minaccia di Erode, Giuseppe prende con sé il bambino e sua madre nella notte, e fugge. E’ la figura del vero padre, pronto a tutto. E’ il genitore che custodisce e protegge la famiglia nelle difficoltà con la sua presenza e dedizione. Decide con fermezza e ama a costo della vita. Non si è mai tirato indietro ed è stato un padre pieno di affetto e amore.

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