Il corteo di moto che anima le strade del centro storico di Ponticelli non è passato inosservato agli occhi dei residenti in zona che da diverse settimane contattano la nostra redazione per segnalare la scena alla quale hanno assistito in più occasioni al calar del sole.
Una squadriglia di soggetti alla guida di motociclette di grossa cilindrata, avrebbero funto “da scorta”, accompagnando a casa il rampollo di una delle famiglie malavitose più antiche del quartiere.
Un’azione dimostrativa voluta per diramare un messaggio ben preciso tra le strade di Ponticelli: una nuova alleanza.
Un evento destinato a far discutere anche di più rispetto all’alleanza che vide Domenico Amitrano, il nipote dei Sarno, nonchè cugino di Luigi Amitrano, entrare in affari con i De Luca Bossa, vale a dire i parenti di Antonio De Luca Bossa, il boss che decretò proprio la morte di suo cugino, pianificando un attentato con autobomba al quale lo stesso Domenico Amitrano è sopravvissuto per una fortuita casualità.
La recente alleanza vede i De Micco-De Martino stringere la mano agli “eredi” del clan D’Amico, andando così a delineare uno scenario surreale che desta non poca preoccupazione tra gli abitanti del quartiere.
Nella fattispecie, due giovani, cresciuti insieme ai figli dei De Micco e ai coetanei che orbitano nel medesimo contesto, si sono poi legati sentimentalmente a due delle figlie del boss Antonio D’Amico detto Tonino fraulella, fondatore dell’omonimo clan che annovera la sua roccaforte nel rione Conocal. Proprio nel fortino dei D’Amico i due amici, cresciuti come due fratelli, si erano trasferiti, allontanandosi dalla zona di San Rocco, quartier generale dei De Micco, dove hanno sempre abitato, andando a costituire lo zoccolo duro del clan che si starebbe rifondando sulla carcassa di quello che resta dei D’Amico. Un’organizzazione segnata dall’arresto di circa 150 persone tra marzo del 2015 e giugno del 2016, ma soprattutto dagli omicidi eccellenti, non ultimo quello della “donna-boss” Annunziata D’Amico, sorella di Antonio, uccisa in un agguato sul quale c’è la firma dei De Micco, gli amici fraterni di quei due ragazzi che hanno reso nonno Tonino fraulella.
Uno dei due giovanissimi, finanche parente diretto di una delle attuali figure di spicco del clan De Micco, è poi tornato a vivere a San Rocco, contestualmente alla scarcerazione del boss Marco De Micco, andando a delineare uno scenario surreale, ma questo non è l’unico aspetto che desta allarmismo e perplessità tra gli abitanti del quartiere: quel plateale corteo di moto che in più di un’occasione ha scortato a casa il genero di Antonio D’Amico sarebbe composto da soggetti contigui al clan De Martino, chiaramente riconosciuti dai residenti in zona, complici le barbe folte ed altri segni distintivi.
Un gesto plateale, probabilmente voluto per ufficializzare la nascita di un unico cartello a Ponticelli, nel quale i giovani eredi del clan D’Amico sono confluiti senza battere ciglio, a pochi anni di distanza dall’omicidio di Annunziata D’Amico, avvenuto il 10 ottobre del 2015.
Appare ancor più indicativo il fatto che quella processione di moto erte a cordone difensivo del giovane rampollo di una storica famiglia camorristica del quartiere sia andata in scena contestualmente ai due blitz, avvenuti a distanza ravvicinata, che hanno inflitto una sonora stangata ai De Luca Bossa, acerrimi rivali dei De Micco che con i D’Amico hanno sempre avuto un ottimo rapporto, rinsaldato anche da un’unione recente: quella tra uno dei figli di Annunziata D’Amico e una delle figlie del boss Giuseppe De Luca Bossa.
I legami di parentela nati di recente, unitamente allo scenario camorristico scaturito dagli eventi che si sono alternati negli ultimi tempi, concorrono a delineare una situazione che legittima lo stato di apprensione che regna tra gli abitanti del quartiere, consapevoli del fatto che l’odio che intercorre tra i De Micco e i D’Amico, che ha raggiunto il punto di non ritorno proprio in seguito al delitto eccellente di Annunziata D’Amico, unitamente all’agognata vendetta bramata dagli uomini di casa D’Amico, non possono essersi assopiti, ma solo accantonati per privilegiare le logiche degli affari, come sovente accade nei contesti malavitosi e che non appena il vento cambierà, sul quartiere tornerà a spirare un inquietante clima di guerra.