Il cadavere carbonizzato di Vincenzo Bonifacio, la guardia giurata scomparsa nel Catanzarese, fu ritrovato carbonizzato il 24 febbraio del 2008 in una zona impervia di Cardinale.
Vincenzo Bonifacio è una guardia giurata, un uomo onesto. La mattina del 15 febbraio 2008 si reca a lavoro, come tutti i giorni, e inizia il giro dei supermercati per ritirare gli assegni degli incassi. Da quel giro, però, Vincenzo sembra sparito nel nulla. Si pensa a un sequestro fino al 24 febbraio dello stesso anno quando, in località Cardinale, viene ritrovata la sua auto e i suoi pochi resti carbonizzati. Vincenzo venne fatto fuori per aver testimoniato contro Vittorio Sia al processo per l’omicidio di Luciano Tropea.
Alcuni anni prima, infatti, Vincenzo è stato testimone per l’accusa in un processo per omicidio conclusosi con l’assoluzione degli imputati.
Ancora ignoti gli autori dell’assassinio. Vincenzo era dipendente dell’istituto di vigilanza Scumaci di Catanzaro: all’epoca del suo servizio di vigilante, tra i vari compiti che svolgeva per l’istituto, ha effettuato anche la vigilanza notturna al cantiere per la costruzione di una banca a Montepaone. In quel periodo la costruzione della banca subì vari attentati intimidatori ed anche lo stesso Bonifacio fu vittima di ritorsioni. Dopo il ritrovamento del corpo carbonizzato, l’autopsia venne effettuata dal medico legale Giulio Di Mizio, incaricato dal sostituto procuratore del tempo Simona Rossi. Dagli accertamenti dell’ateneo Umberto I di Napoli che effettuò la comparazione del Dna dei familiari arrivò la conferma che i resti umani ritrovati erano di Bonifacio.
La famiglia non ha mai smesso di chiedere giustizia per il proprio congiunto.