Un agguato che ha destato molto scalpore tra le strade di Ponticelli, quello costato la vita a Federico Vanacore, 34enne pregiudicato originario del quartiere.
Fin dagli istanti immediatamente successivi al delitto, chi lo conosceva bene ha identificato nei suoi modi di fare “truffaldini” il possibile movente dell’omicidio. Uno sgarro alla persona sbagliata: questa l’ipotesi che fin da subito aleggia sul cadavere del 34enne, raggiunto da due sicari a bordo di uno scooter, mentre era alla guida della la sua Fiat 500 L in viale Margherita, arteria cruciale del quartiere. Una dinamica feroce che non gli lasciato scampo: almeno 10 i colpi di pistola esplosi, due dei quali lo avrebbero raggiunto al volto. Un dettaglio che nel gergo camorristico assume un significato ben preciso: un’esecuzione in piena regola. Chi ha sparato, dunque, intendeva uccidere Vanacore e non indirizzargli un avvertimento, come era avvenuto all’incirca tre mesi fa, a novembre del 2022, quando era giunto all’ospedale San Paolo di Fuorigrotta per farsi medicare diverse ferite d’arma da fuoco agli arti inferiori. Una gambizzazione avvenuta mentre il 34enne si trovava al rione Traiano. Alle forze dell’ordine aveva riferito di essersi recato a fare visita ad alcuni parenti, residenti nella periferia occidentale della città e di non essere a conoscenza dei motivi dell’agguato seppure, fin da subito, la pista maggiormente battuta dagli inquirenti era quella della punizione per un debito non saldato. Uno sgarro, per l’appunto.
Una carriera camorristica controversa, quella di Vanacore. Dopo un lungo trascorso da spacciatore, aveva saputo guadagnarsi la fama del ladro d’auto di lusso abile e scaltro. Un vero e proprio mago, secondo chi lo conosceva bene, capace di rubare auto lussuose avvalendosi di mezzi sofisticati. Originario di San Rocco, zona sotto la sfera egemone del clan De Micco, Vanacore sarebbe entrato in rotta di collisione con questi ultimi proprio in seguito al diniego di corrispondergli una tangente sul business illecito di cui era saldamente a capo. Seppure fino a quel momento, i rapporti con i famigerati “Bodo” sarebbero stati buoni ed amichevoli, quell’atto di irriverenza non andrebbe sottovalutato.
Secondo quanto riferito da persone vicine a Vanacore, di recente, avrebbe abbandonato il business delle auto per dedicarsi ai rolex e all’usura. Due business illeciti che avrebbero notevolmente incrementato il volume d’affari gestito dal 34enne e che potrebbero aver concorso ad alimentare acredini che potrebbero costituire il movente dell’omicidio in cui ha perso la vita.
Tuttavia, un’altra ipotesi introduce uno scenario ugualmente plausibile. Vanacore, da qualche anno, sarebbe legato sentimentalmente ad una donna imparentata con i De Luca Bossa, acerrimi rivali dei De Micco. I due avrebbero avuto anche un figlio. Un’associazione di fatti e persone che impone di non escludere che l’omicidio odierno possa collocarsi nelle logiche imposte dalla faida in corso da diverso tempo a Ponticelli e che vede i De Micco contrapporsi ai De Luca Bossa.