Topi che si destreggiano tra scale e ballatoi dei palazzi, i non aventi diritto ad un alloggio popolare costretti a vivere in un edificio colabrodo, destinato all’abbattimento, in attesa di conoscere le decisioni del Comune di Napoli in merito alla loro destinazione, mentre le case tumulate per impedirne l’occupazione coatta sono state tutte scassinate ed assegnate a nuovi nuclei familiari dagli esponenti della malavita locale a capo del business della compravendita delle case. Questa la realtà che si respira nell‘isolato 23 del rione De Gasperi di Ponticelli, il rione più datato dell’intera città di Napoli.
Costruito nel secondo dopoguerra per garantire una sistemazione temporanea ai reduci, dopo circa 70 anni, i nuclei familiari residenti nei 28 isolati del rione De Gasperi non possono e non vogliono smettere di rivendicare il diritto alla casa, oltre che a vivere in una condizione più dignitosa e decorosa.
Un diritto sbeffeggiato dalla presenza di ratti che popolano gli edifici, così come comprova il video inviato da alcuni abitanti del rione. Una condizione di degrado dilagante, quella che si registra nella zona delle cosiddette “case murate”, ovvero gli edifici parzialmente sfollati in seguito alla prima fase di assegnazione dei nuovi alloggi, in quanto rientranti in un piano di abbattimento destinato a non concretizzarsi mai, in virtù dell’occupazione illecita degli appartamenti murati da parte di nuove famiglie.
Se il Comune di Napoli, all’indomani dell’occupazione coatta dei 220 alloggi tumulati ha raggirato il problema inviando la richiesta di pagamento del canone d’affitto agli abitanti abusivi, pur guardandosi bene dal censire i singoli edifici in modo da aggiornare la situazione di ciascun nucleo familiare, l’Enel non ha fatto registrare una condotta assai dissimile.
Secondo quanto raccontato da alcune famiglie residenti nell’isolato 23, di recente, l’Enel avrebbe cambiato i contatori della corrente elettrica negli edifici del rione, dove si riscontra la massiccia presenza di nuclei familiari non dichiarati ed infatti, dai controlli recenti, è emerso che solo tre famiglie residenti nell’isolato 23 risultano in regola, mentre i restanti appartamenti sono occupati da abusivi.
Nell’isolato 23 si registra la presenza di sole 5 famiglie la cui residenza risulta registrata, verificata, accertata e dichiarata, mentre la maggior parte degli alloggi sono occupati da famiglie fantasma della cui esistenza sia l’amministrazione comunale che gli altri enti sono a conoscenza, pur guardandosi bene dal definirne la posizione.
Perchè il Comune di Napoli chiede il pagamento del canone di affitto agli occupanti abusivi, ma non gli viene ugualmente imposto di pagare le utenze?
Cosa accadrà se e quando l’amministrazione deciderà di riavviare il piano di assegnazione?
E’ previsto un censimento degli alloggi occupati abusivamente?
Che fine faranno i nuovi 220 nuclei familiari non aventi diritto alla casa che si aggiungono agli altri non aventi diritto che da anni resistono tra le rovine delle “case murate” in attesa di sapere a quale sorte andranno incontro?
Cosa devono aspettarsi gli venti diritto alla casa residenti negli isolati che non rientrano nel piano di abbattimento?
Sono solo alcune delle domande che da tempo immemore aleggiano sul rione di edilizia popolare più datato dell’intera città di Napoli.