Conocal: un nome che deriva dal probabile accorpamento di sigle che, messe di fila, non generano un termine di senso compiuto, ma una parola che tra le strade di Ponticelli è sinonimo di “camorra”.
Tra le parole più digitate sui motori di ricerca nelle ultime ore, complice il video-choc della rapina a mano armata perpetrata ai danni d un’automobilista, costretto a cedere a cinque soggetti la vettura a bordo della quale percorreva la strada che costeggia il suddetto rione, poco prima dell’alba, probabilmente diretto a lavoro.
Una scena immortalata da un residente in zona, affacciato alla finestra, insospettito dalla spazzatura sparsa in strada per costringere la vettura a rallentare, probabilmente attirato dal trambusto che ha introdotto le gesta della banda che era nascosta dietro i cespugli in attesa della preda da aggredire.
Quaranta secondi che ben descrivono la realtà che campeggia tra le rovine di un rione sorto nell’era del post-terremoto, nell’epoca dell’espansione edilizia legata ai piani di attuazione della legge 219/81, ideato per accogliere gli sfollati del centro storico partenopeo. Uno dei tanti rioni di edilizia popolare nato a Ponticelli negli anni ’80 e che ha concorso ad incrementare la presenza della criminalità organizzata in un quartiere che, prima di quel momento storico, era una realtà agricola ed operaia.
Nel Conocal, nella fattispecie, si insediarono i D’Amico provenienti dal centro storico di Napoli. Un clan protagonista di una delle faide di camorra più efferate della storia del quartiere e che fu vinta dai De Micco mettendo a segno un delitto eccellente, quello di Annunziata D’Amico, sorella di Antonio e Giuseppe, subentrata ai fratelli a capo dell’omonimo clan in seguito ai loro arresti. La prima donna-boss della storia di Ponticelli, uccisa come un boss, in un agguato di matrice camorristica.
Già, perchè il Conocal è il rione detentore di una serie di primati. Uno dei primi luoghi in cui si registra la nascita di un modello camorristico prettamente al femminile, quello capeggiato dalla defunta donna-boss, coadiuvata dalle sorelle e dalle cognate. In quel momento storico nel rione si contava la presenza di 14 piazze di spaccio, prettamente gestite da giovanissimi, sprezzanti della presenza di bambini che giocavano in strada.
Un rione in cui la camorra ha fatto sentire spesso la sua sfrontata presenza, così come comprova “la stesa” registrata dalle videocamere dei carabinieri di Napoli. Immagini che fecero il giro del mondo e che mostravano la spregiudicatezza di giovani armati. Spari in cielo tra i passanti che fuggono terrorizzati dinanzi alle feroci logiche della camorra.
L’operazione Delenda che nel 2016 fece scattare le manette per oltre 100 affiliati al clan D’Amico aveva contribuito a ridimensionare il business dello spaccio, oltre che a decapitare i “fraulella”, questo il soprannome degli affiliati che sono soliti tributare fedeltà al clan tatuandosi quel nomignolo o una fragola. Simboli e codici ai quali, di recente, si è aggiunto un codice numerico: “66”, nel pieno rispetto dei trend dettati dalle gang sudamericane e che ben sottolinea il passaggio del testimone tra le vecchie e le nuove leve.
Un’operazione, quella eseguita a giugno del 2016, che giunse in seguito al blitz che a marzo del 2015 portò all’arresto di 52 soggetti legati ai D’Amico del Conocal di Ponticelli.
Circa 150 affiliati arrestati, una dozzina di morti ammazzati, ma il clan D’Amico esiste e resiste, ancora.
Complice il massiccio numero di eredi – basta pensare che Annunziata D’Amico, uccisa all’età di 40 anni, aveva messo al mondo ben 5 figli, tutti maschi – il clan D’Amico, negli ultimi tempi, manifesta ampi segnali di rinascita. Gli eredi dei “fraulella” stanno risorgendo dalle ceneri, seppure guardandosi bene dal mettersi in mostra eseguendo azioni plateali al di fuori delle mura del loro fortino.
Secondo una recente ricerca, il Conocal è il rione in cui si registra la presenza della popolazione più giovane d’Europa. Una notizia che conquistò le pagine delle riviste patinate di caratura internazionale, ma che in realtà non narra di un modello da ergere ad esempio.
Nel Conocal difficilmente si muore di vecchiaia, perchè alle persone oneste questa possibilità viene negata, cacciando di forza le famiglie estranee alle dinamiche camorristiche per favorire l’insediamento di affiliati al fine di rafforzare il controllo del territorio; perchè se sei una recluta della camorra o muori ucciso prima di raggiungere i 40 anni o marcisci in galera.
Questo il triste scenario che emerge in un rione, tornato tristemente alla ribalta per un’efferata vicenda di cronaca.