Mentre tra le strade di Ponticelli si consolida la supremazia dei De Micco-De Martino, nel rione De Gasperi, ex fortino del clan Sarno, si disputa tutt’altra partita.
Complice i blitz che di recente hanno concorso notevolmente ad indebolire i Minichini-De Luca Bossa, tra i grigi e fatiscenti palazzi che un tempo rappresentavano il simbolo iconico della supremazia dei Sarno, si starebbe rapidamente configurando un nuovo scenario che vede protagonisti proprio “i reduci” della cosca fondata da ‘o sindaco.
Nella fattispecie, si tratta dei reduci del clan Sarno che, in seguito ai primi pentimenti delle figure di spicco della cosca, confluirono nel clan Casella-Circone, ufficializzando la presenza della nuova organizzazione a suon di estorsioni a tappeto. Le più eclatanti furono quelle che videro “il branco” accanirsi contro Carmine Sarno detto “Topolino”, fratello degli ex boss di Ponticelli che seppure estraneo alle dinamiche camorristiche, fu oggetto di pesanti estorsioni e minacce da parte degli ex gregari del clan fondato da suo fratello Ciro, intenzionati ad ergerlo a capro espiatorio per inscenare una prima, feroce vendetta con l’auspicio di indurre i collaboratori a ritrattare.
Costretto prima a cedere l’agenzia dei cantanti, business d’oro capeggiato da “Topolino” e poi l’impresa di pulizie, temendo seriamente per la sua incolumità, Carmine Sarno decise di denunciare gli abusi subiti facendo scattare le manette per tutti gli affiliati che avevano partecipato alle pratiche estorsive.
Il gruppo di estorsori finito in carcere grazie alla denuncia di “Topolino”, scontata la pena, è tornato a piazzarsi nel Rione De Gasperi e fin da subito è apparso intenzionato a conquistare il controllo dei traffici illeciti nel rione, guardandosi bene dallo sfidare la forza egemone dei De Micco. All’appello manca solo un nome, il più atteso e chiacchierato: Giovanni De Stefano detto “Giovannone”.
Di recente, il fratello della “pazzignana” Luisa De Stefano, in procinto di essere scarcerato, ha beneficiato di un permesso premio di tre giorni che gli ha consentito di tornare nel rione De Gasperi anzitempo, così come sottolineato dai video pubblicati sui social network dai parenti.
Costretto a trascorrere un periodo di detenzione più lungo rispetto agli altri affiliati condannati per lo stesso reato per aver aggredito una guardia penitenziaria, il ritorno a Ponticelli di Giovanni De Stefano è destinato a non passare inosservato, complice il pentimento di suo nipote Tommaso Schisa, primogenito di sua sorella Luisa che ha messo il clan di famiglia in una posizione quantomeno scomoda.
Quello legato all’imminente scarcerazione di Giovanni De Stefano, tuttavia, non sarebbe l’unico scenario capace di seminare allarmismo tra gli abitanti del rione.
Nella zona delle cosiddette “case murate”, infatti, si sarebbe invece insediata quella che in gergo viene definita una “squadretta”, ovvero, una paranza di giovani intenzionati a lanciare il guanto di sfida ai “reduci dei Sarno” per appropriarsi del controllo del rione. Un’organizzazione costituita da giovani a loro volta scarcerati di recente, dopo un periodo di detenzione scaturito da una condanna maturata, anche in questo caso, in seguito ad reato compiuto in comune dai membri del gruppo nascente. O meglio, rifondato dopo il ritorno in libertà. Questi ultimi, senza indugi, avrebbero apertamente rivelato ai residenti in zona le loro intenzioni: cacciare i rivali dal rione.
Uno scenario che potrebbe sfociare in una faida tra le due compagini per la conquista del rione De Gasperi, complici anche le vecchie ruggini che intercorrono tra le due fazioni, riconducibili ad un passato che mai come in questo momento storico appare tutt’altro che remoto.