Il periodo del Natale rappresenta chiaramente un’occasione perfetta per ritrovarsi con i propri cari e rispolverare alcuni dei giochi più classici della tradizione locale. A Napoli, in particolare, ne esistono davvero di numerosi. Non si parla solo di giochi di carte, ma anche di altre attrazioni alla stregua della tombola, che ogni anno porta nonni, zii e nipoti a seguire le estrazioni del tabellone da 90 numeri nella speranza di vincere uno dei premi in palio. La tombola è indubbiamente uno dei giochi più iconici della tradizione partenopea, anche perché vanta un’origine molto anticata, che risale al XVII secolo. Dopo che il lotto fu bandito, i napoletani inventarono un nuovo gioco ad estrazione che potesse tener loro compagnia proprio nel corso delle festività natalizie. Oggi la tombola ispira persino delle vere e proprie opere artistiche ed è conosciuta anche al di fuori dell’Italia. Un vero vanto non solo per Napoli, ma anche per lo Stivale.
Tra i giochi di carte, invece, non c’è che l’imbarazzo della scelta. Si pensi ad esempio al sette e mezzo, che prevede che i partecipanti sfidino a turno il mazziere per provare a raggiungere un punteggio più alto del suo. Le varie carte numeriche conservano i loro valori nominali, mentre le figure valgono mezzo punto. L’ideale sarebbe quello di arrivare esattamente a totalizzare 7 punti e mezzo, un punteggio che va dichiarato subito quando conseguito. A parità di condizioni è il banco a prevalere, specie se i giocatori ordinari formano il loro score attraverso la “matta”, cioè il re di denari, che si comporta da jolly.
Piuttosto singolare è anche il saltacavallo, che presenta regole molto diverse rispetto ai soli giochi di carte. A inizio partita ogni partecipante si ritrova con delle carte coperte. L’obiettivo è quello di arrivare alla fine della mano con una carta che non abbia il valore più basso tra quelle dei presenti, che in alcuni casi sono costrette a scambiare la propria con quella del giocatore a destra. Se si possiede la carta del cavallo, però, si può evitare lo scambio, facendo sì che quest’ultimo interessi i due giocatori ai propri lati. Ogni partecipante ha a disposizione 3 vite.
Molto popolare è inoltre il trentuno. Come nel sette e mezzo o in alcuni tradizionali giochi del casinò alla stregua del poker o del blackjack, bisogna combinare le proprie carte per raggiungere punteggi elevati, facendo attenzione a rispettare però la concordanza dei semi. Gli assi valgono 11 punti e le figure 10. Quando si arriva ad almeno 21 punti è consentito “bussare” picchiando il pugno sul tavolo per segnalare l’inizio di un ultimo giro di prese e scarti. Chi si ritrova col punteggio inferiore perde una vita, ma se uno dei giocatori arriva a 31 punti deve dichiararlo subito, così da sottrarre una vita a tutti i partecipanti.
Ultimo ma non ultimo, lo scopone, vale a dire una versione rivista e probabilmente più complessa della comune scopa. Ne esistono diverse varianti, ma la differenza principale con la scopa originale consiste nel gioco in coppia. Sin dall’inizio della partita tutte le carte del mazzo risultano già in mano ai giocatori. Le regole e il sistema dei punteggi rimangono più o meno fedeli alla scopa, ma come nel tressette è possibile stabilire più gradi di vittoria. Insomma, se si considera che da un gioco già diffuso può nascerne persino un altro, appare evidente che le soluzioni per divertirsi con le carte sono davvero molteplici…