Due blitz importantissimi che hanno inflitto un duro colpo prima al clan De Micco, poi al cartello costituito dai Minichini-De Luca Bossa-Casella, prima con l’arresto degli autori del raid in viale Margherita e poi con la maxi-operazione che ha fatto scattare le manette per più di 60 persone, ma anche il duplice omicidio in cui ha perso la vita anche una vittima innocente e l’assassinio del 22enne Alessio Bossis, oltre alle bombe e alle plurime fibrillazioni che hanno segnato la guerra tra i clan in conflitto per il controllo del territorio: questa la sintesi dei principali fatti di cronaca avvenuti nel 2022 a Ponticelli, il quartiere geograficamente più esteso e più densamente abitato della città di Napoli.
Il 2022 è l’anno che decreta la vittoria dello Stato, grazie a due operazioni cruciali che hanno notevolmente ridimensionato le velleità delle due organizzazioni camorristiche più consolidate e pericolose insediate a Ponticelli.
I primi mesi dell’anno che sta per volgere al termine sono trascorsi nel segno del capillare controllo del territorio da parte del clan De Micco, i quali erano riusciti ad avere la meglio sul cartello capeggiato dai De Luca Bossa mettendo la firma sull’omicidio di Carmine D’Onofrio, figlio naturale del boss Giuseppe De Luca Bossa. Un delitto eccellente, avvenuto ad ottobre del 2021 che decretò la fine delle ostilità, ma che ha anche fatto scattare le manette in tempi record per i responsabili della morte del 23enne. Ad aprile del 2022, l’operazione eseguita dalla Squadra Mobile di Napoli, ha tradotto in carcere il boss Marco De Micco – reggente dell’omonimo clan, tornato in libertà appena un anno prima – e per le figure apicali della cosca che, a vario titolo, hanno partecipato all’omicidio di Carmine D’Onofrio. Un evento eclatante che notevolmente indebolito il clan De Micco e che ha dato il via ad una serie di frizioni interne al clan tra i De Micco e i De Martino, in virtù del fatto che il boss, temendo di finire in carcere, prima dell’arresto, avrebbe indicato Ciro Naturale detto ‘o mellone come suo erede e non Salvatore De Martino, giovane reggente dell’omonimo clan che nei momenti di difficoltà ha osteggiato i rivali, riuscendo a preservare il controllo dei rioni storicamente sotto il dominio del clan d’appartenenza. Un malcontento sfociato poi nel punto di non ritorno, maturato nel cuore dell’estate più calda di sempre: Antonio Pipolo, affiliato ai De Micco-De Martino, irrompe nel basso che il 29enne Carlo Esposito, contiguo al suo stesso clan, stava ristrutturando con l’ausilio di Antimo Imperatore, il factotum del rione, ed uccide entrambi. Seppure l’unico obiettivo di Pipolo fosse Esposito, quando ha bussato alla porta dell’abitazione, si è trovato davanti Imperatore che era lì per montare una zanzariera e lo ha ucciso per poi sparare anche al 29enne. Poche ore dopo il duplice omicidio, Pipolo si presentò spontaneamente in procura per avviare il percorso di collaborazione con la giustizia. Una giornata segnata da un duplice delitto efferato, costato la vita anche ad un onesto padre di famiglia, e che era iniziata nel segno di un altro evento eclatante: l’arresto dei quattro affiliati al clan De Luca Bossa che, pochi giorni prima, avevano compiuto un raid in viale Margherita, sparando una raffica di colpi di mitraglietta per circa 50 metri, nei pressi di un bar dove sono soliti riunirsi gli affiliati al clan De Micco-De Martino, sprezzanti dei civili che affollavano una delle strade più frequentate del quartiere. Un’azione criminale che si concluse con il danneggiamento di diverse auto raggiunte dai proiettili e un grosso spavento che costrinse i cittadini onesti a ripiombare nell’incubo che accompagna le faide di camorra nei quartieri come Ponticelli.
La notizia dell’arresto degli autori del raid in viale Margherita, Emmanuel De Luca Bossa, Giuseppe Damiano, Vincenzo Barbato e un minorenne – che poi verrà scarcerato – si diffuse contestualmente a quella dell’omicidio di Esposito ed Imperatore. Poche ore dopo, l’ennesimo colpo di scena: l’inaspettato pentimento di Pipolo che presentandosi al cospetto dei magistrati, confessa di essere l’autore del duplice omicidio avvenuto poche ore prima a Ponticelli e si dichiara disposto a collaborare con la giustizia. Un’escalation di eventi che introduce l’ennesima stagione di fibrillazioni, culminata nell’esplosione di due ordigni in una sola notte. Sullo sfondo l’eterna faida tra i De Micco e i De Luca Bossa, timidamente ripresa in seguito all’arresto del boss Marco De Micco e che nel corso dei mesi successivi ha fatto registrare vari momenti di tensione.
L’estate 2022 è stata segnata anche da alcune scarcerazioni eccellenti, come quella di Christian Marfella, fratellastro di Antonio De Luca Bossa, che nel corso del mese di agosto si è messo in evidenza soprattutto per le vistose “scese” tra le strade simbolo del potere dei rivali e fortunosamente sopravvissuto ad un agguato durante una delle consuete incursioni nel Rione De Gasperi. Emblematico anche l’epilogo della storia camorristica di Alessio Bossis, il 22enne tornato in libertà da sorvegliato speciale lo scorso maggio, obbligato a non allontanarsi da Volla, suo comune di residenza. Una limitazione che il giovane violò durante il mese di agosto, sorpreso a bordo della sua potente moto nel cuore del Rione De Gasperi e pertanto arrestato. Ciononostante, riuscì a farsi scarcerare dichiarando di trovarsi lì per sottoporsi ad una visita medica presso il vicino ospedale del Mare. Malgrado la giovane età, Bossis ricopriva un ruolo di spessore all’interno del clan Minichini- De Luca Bossa, motivo per il quale lo scorso ottobre è stato brutalmente assassinato mentre si trovava nell’area parcheggio di “In Piazza”, un’area di ristoro in via Monteoliveto a Volla. L’omicidio di Bossis ha inflitto un durissimo colpo al clan d’appartenenza che dopo un timido tentativo di replica tramutatosi in una stesa nel fortino del clan De Martino, pochi giorni dopo l’agguato in cui perse la vita il 22enne, ha poi optato per una politica più prudente.
Sull’ultimo sussulto del 2022 c’è la firma della Stato: all’alba del 28 novembre un maxi-blitz ha fatto scattare le manette per le figure apicali del cartello Minichini-Schisa-De Luca Bossa- Aprea-Rinaldi, oltre che per alcuni affiliati al clan De Martino, facendo così scorrere i titoli di coda sull’era del clan del Lotto O. Un’operazione eclatante che ha notevolmente ridotto la presenza della criminalità organizzata tra le strade del quartiere, scaturita dalle schiaccianti prove fornite dalle intercettazioni unitamente alle dichiarazioni rese da ben undici collaboratori di giustizia.
Il 2022 si è infine concluso con l’arresto dei due latitanti che il 28 novembre erano riusciti a sventare il carcere: prima i carabinieri hanno catturato Domenico Amitrano in un appartamento in via De Meis a Ponticelli e poi la Squadra Mobile di Napoli e i poliziotti del commissariato di Ponticelli, tre giorni prima di Natale, hanno catturato Ciro Ivan D’Apice al culmine di una serrata attività investigativa che li ha portati a rintracciare il giovane contiguo al clan De Martino nella cittadina piemontese di Alessandria, dove vive sua sorella.
Un bilancio nettamente a favore dello Stato e che proietta il quartiere Ponticelli verso un 2023 che legittima gli abitanti onesti a sperare di riappropriarsi del territorio, in virtù dell’ormai flebile presenza di focolai camorristici più preoccupati a limitare i danni che ad aggredire il vuoto di potere generatosi in seguito ai recenti arresti.