Nei giorni scorsi un altro significativo passo verso un nuovo iter finalizzato a garantire verità e giustizia a Barbara e Nunzia, le due bambine di Ponticelli che nel 1983 furono rapite, violentate ed uccise. Per l’efferato duplice omicidio furono condannati tre ragazzi: Ciro Imperante, Giuseppe La Rocca e Luigi Schiavo che non hanno mai smesso di battersi per dimostrare la loro innocenza.
L’estraneità dei giovani rispetto ai fatti per i quali sono stati invece condannati all’ergastolo è supportata da plurime prove, così come evidenziato prima dal giudice antimafia Ferdinando Imposimato, tra i più forti sostenitori dell’innocenza dei tre ragazzi e poi dalla criminologa Luisa D’Aniello e dall’investigatore Giacomo Morandi che nel corso degli anni sono riusciti ad incrementare la mole di prove che non solo fanno vistosamente vacillare le accuse mosse ai tre ragazzi, ma concorrono anche a scardinare e sbugiardare le dichiarazioni rese dai collaboratori di giustizia che indicarono Imperante, La Rocca e Schiavo come i responsabili del massacro delle due bambine.
Proprio perchè la camorra ha ricoperto un ruolo cruciale nell’ambito dell’iter processuale che ha portato alla condanna dei tre ragazzi che nel corso degli anni si sono visti rigettare svariate richieste di revisione del processo, il massacro di Ponticelli è stato oggetto di diverse interrogazioni da parte della Commissione Parlamentare Antimafia dalle quali sono emerse in maniera inequivocabile le anomalie che hanno segnato l’intera vicenda, oltre alle plurime contraddizioni ed incongruenze che trapelano dalle dichiarazioni dei pentiti e dalle comparazioni con referti, perizie e prove oggettive. Motivo per il quale la stessa Commissione si è espressa all’unanimità a favore di un’ennesima richiesta di revisione processuale, ravvisandone ampiamente le premesse e gli estremi.
Nei giorni scorsi, la relazione finale proposta dall’onorevole Stefania Ascari è stata pubblicata sul sito del parlamento, dopo essere stata approvata all’unanimità dalla Commissione Parlamentare Antimafia.
Un passaggio tutt’altro che trascurabile perchè sottolinea l’importanza che ancora si attribuisce alla triste vicenda, malgrado siano trascorsi ormai 40 anni dall’assassinio delle piccole Barbara e Nunzia e al contempo rivendica la necessità di accertare l’effettiva realtà dei fatti, affinchè i tre giovani condannati all’ergastolo possano vedersi garantire l’opportunità di dimostrare la loro innocenza, così come chiesto con incessante insistenza nel corso degli anni, avanzando richieste di revisione che sono state puntualmente rigettate, seppure supportate da motivazioni fondate.
L’onorevole Ascari che ha coordinato la relazione pubblicata nei giorni scorsi sul sito del Parlamento, insieme alla criminologa Luisa D’Aniello e all’investigatore Giacomo Morandi, ha definito il massacro di Ponticelli “una delle storie più cruente che il nostro Paese ricordi”, oltre che “uno dei peggiori errori giudiziari della nostra storia recente”.
Ciro Imperante, Luigi Schiavo e Giuseppe La Rocca: tre giovani le cui vite sono state irrimediabilmente segnate da quell’evento, in quanto costretti ad entrare in carcere poco più che ventenni e tornati in libertà da uomini maturi, chiedono verità e giustizia per ripulire il proprio nome da quell’orrendo marchio di infamia e mettere il vero assassino delle due bambine davanti alle sue responsabilità.