I Carabinieri del Comando Provinciale di Napoli hanno eseguito una misura cautelare in carcere nei confronti di due indagati affiliati al clan Polverino, già detenuti, in quanto ritenuti gravemente indiziati dell’omicidio e della distruzione del cadavere del giovane Giulio Giaccio, avvenuto nel comune di Marano di Napoli il 30 luglio 2000, data a partire dalla quale si erano perse le tracce dei due. Si tratta di Salvatore Cammarota, 55 anni, detenuto presso la Casa Circondariale de L’Aquila e di Carlo Nappi, classe 1958, 64enne detenuto per altro presso la Casa Circondariale di Livorno.
Le indagini, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, condotte dal Nucleo Investigativo dei carabinieri del comando provinciale di Napoli fino al marzo 2022, anche grazie alle dichiarazioni di collaboratori di giustizia, hanno consentito di appurare che la vittima, operaio edile, era estranea a contesti di criminalità organizzata.
Giulio Giaccio fu vittima di uno scambi odi persona, gli esecutori del delitto l’avevano erroneamente identificato come il soggetto che intratteneva una relazione sentimentale con uno dei due, non approvata dal fratello.
Giulio Giaccio si trovava nei pressi della su abitazione, quando fu raggiunto dai due che avevano pianificato la loro azione criminale nei minimi dettagli. Fingendosi poliziotti, l’avevano costretto a salire a bordo della propria auto. Seppure Giaccio avesse negato il suo coinvolgimento nella relazione, fu ucciso con un colpo d’arma da fuoco ed il cadavere fu distrutto completamente, utilizzando acido.