Nell’elenco delle persone arrestate lo scorso 28 novembre, nell’ambito del blitz che ha decapitato i clan dell’ala orientale di Napoli, figura anche quello Vincenza Esposito, compagna di Umberto De Luca Bossa, nonchè madre dei suoi due figli. La giovane donna ha ricoperto un ruolo rilevante all’interno dell’organizzazione, comportandosi esattamente come è tenuta a fare “la donna del boss”, il suo braccio destro, la collaboratrice più fidata. Era lei l’intermediaria incaricata di mantenere vivi i rapporti tra il suo compagno e il mondo esterno, diramando messaggi, direttive, istruzioni per la gestione degli affari criminali.
Madre di due bambini, un maschio di sei anni e una femmina di due, il legame sentimentale tra Vincenza Esposito e Umberto De Luca Bossa sfocia nella prima gravidanza nello stesso periodo storico in cui a Ponticelli si consuma la cosiddetta “vendetta contro i parenti dei pentiti dei Sarno”. Un’associazione di fatti e persone che concorre a creare una situazione paradossale, in virtù di un vincolo di parentela tutt’altro che trascurabile: il padre della Esposito è il cugino dei fratelli di Sarno. Nella fattispecie, è il fratello di Pacifico, tra i condannati all’ergastolo per la strage del bar Sayonara, ma anche di ben tre collaboratori di giustizia: Ciro, Carmine e Giuseppe Esposito detto “caramella”. Malgrado, anche tra i ranghi della famiglia della compagna di Umberto De Luca Bossa si annoveri la presenza di diversi pentiti, i parenti di questi ultimi non solo non finiranno nel mirino dei clan alleati intenzionati a vendicare gli ergastoli incassati dagli “uomini d’onore” dell’organizzazione, scaturiti proprio dalle dichiarazioni rese dai collaboratori di giustizia. Inoltre, l’unione tra l’erede di Tonino ‘o sicco e la nipote di ben tre collaboratori di giustizia non verrà osteggiata in nessun modo dai membri dell’alleanza, impegnati a punire i parenti dei Sarno passati dalla parte dello Stato.
Una storia segnata da una serie di campanelli d’allarme, quella tra Umberto De Luca Bossa e Vincenza Esposito. Quando la giovane partorisce il primo figlio, Umberto è impossibilitato a condividere con lei la gioia di diventare padre, perchè è in carcere. Tornato in libertà nel 2019, finisce nuovamente dietro le sbarre esattamente un anno dopo: giusto il tempo di concepire la seconda figlia e di assistere ai suoi primi vagiti.
Nata e cresciuta nel Rione De Gasperi di Ponticelli, il fortino del clan Sarno che in un passato che sembra ormai lontano anni luce aveva accolto anche le gesta camorristiche dei suoi zii, secondo quanto riferito dagli abitanti del quartiere, Vincenza Esposito di recente avrebbe messo fine alla relazione con Umberto De Luca Bossa, iniziando una nuova vita. La giovane donna aveva annunciato la fine di quella relazione compiendo un gesto piuttosto plateale: aveva detto addio agli account condivisi con il suo ex sui social network per privilegiare la nascita di profili sui quali spicca solo il suo nome.
Ciononostante, la giustizia ha bussato alla sua porta per imporle di rendere conto delle gesta intraprese quando era “la donna del boss”.
Le intercettazioni concorrono a chiarire il ruolo ricoperto dalla 28enne nell’ambito dell’organizzazione e confermano che non si sia limitata a ricevere il denaro che il clan era tenuto a corrisponderle in virtù dello status di detenuto del suo compagno, ma si è anche interessata personalmente alle vicende che riguardavano il clan, oltre che al funzionamento dell’organizzazione. In seguito all’arresto del primogenito di Tonino ‘o sicco, ad ottobre del 2020, fu la giovane moglie di Umberto De Luca Bossa, insieme ad Immacolata Fallace, madre di Roberto Boccardi, ad introdurre in carcere il telefono cellulare utilizzato da entrambi i detenuti per comunicare con l’esterno.
Vincenza Esposito esortò Alessandro Ferlotti, l’affiliato del quale il suo compagno si fida di più, a condurre gli affari illeciti principalmente per provvedere a garantire una detenzione tranquilla ad Umberto De Luca Bossa.
Conversazioni dalle quali trapelano le ruggini che minano i rapporti tra i fratelli Umberto ed Emmanuel De Luca Bossa, sottolineati dalla stessa Vincenza Esposito che si lamenta del fatto che il factotum del marito, Alessandro Ferlotti, non fosse riuscito a riscuotere il denaro frutto dei proventi illeciti del clan perchè suo cognato Emmanuel stava gradualmente estromettendo Umberto dalla gestione degli affari criminali.
L’arresto di Umberto De Luca Bossa viene gestito dagli altri affiliati al clan a proprio vantaggio: il primogenito di Tonino ‘o sicco non viene più considerato come un boss e la famiglia De Luca Bossa viene estromessa dagli affari. Tant’è vero che Martina Minichini, cugina dei De Luca Bossa, ma compagna di Gino Austero, reggente del clan in quel momento storico, sfrutta la situazione per incrementare il sussidio da corrispondere in carcere a suo padre, Ciro Minichini. L’equilibrio verrà ripristinato solo in seguito all’intervento di Giuseppe De Luca Bossa, zio di Umberto ed Emmanuel.
Contestualmente all’arresto di Umberto, le redini dell’organizzazione passano tra le mani di Luigi Austero, per l’appunto, e Domenico Gianniello – zio di Umberto De Luca Bossa – che lo estromettono dalla spartizione dei proventi illeciti fino a cessare di corrispondere a Vincenza Esposito i soldi dovuti per il suo mantenimento che dal suo canto continua a lamentarsi e non fa nulla per nascondere il malcontento che deriva dal trattamento a lei riservato.
Il saldo del debito contratto con una gioielleria dove prima dell’arresto Umberto De Luca Bossa aveva acquistato un gioiello, riservandosi di pagarlo a rate; l’impossibilità di proseguire i lavori di ristrutturazione del loro appartamento del Lotto O perchè Vincenza non disponeva dei 500 euro da corrispondere al piastrellista incaricato di realizzare la pavimentazione, dozzine di dialoghi in cui i due coniugi ragionano su cifre tutt’altro che confacenti alle disponibilità di un boss: 200 euro, 250 euro, 300 euro. L’ossessiva richiesta di soldi, le acredini che minano i rapporti con gli altri membri della famiglia: questo lo scenario che trapela dalle conversazioni tra i due.
A riprova della tempra palesata dalla Esposito e a conferma del ruolo ricoperto all’interno dell’organizzazione dopo l’arresto di Umberto De Luca Bossa, malgrado fosse incensurata, le sono stati negati gli arresti domiciliari.
Motivo per il quale, due bambini di sei e due anni, attualmente vivono lontano dai genitori, perchè entrambi detenuti.