Non è di certo passata inosservata agli occhi degli abitanti del Rione De Gasperi di Ponticelli, la pioggia di proiettili esplosa appena due giorni dopo il blitz che ha fatto scattare le manette per oltre 60 persone ritenute contigue, a vario titolo, al clan De Luca Bossa-Casella-Minichini-Aprea-Rinaldi.
Durante la serata di mercoledì 30 novembre è andata in scena la medesima pantomima che si registrò all’indomani del blitz che nel 2017 decapitò il clan De Micco. In quel momento storico, così come documentato proprio dalla stessa ordinanza che all’alba del 28 novembre scorso ha fatto scattare le manette per dozzine e dozzine di interpreti della malavita ponticellese, “le pazzignane” del rione De Gasperi di Ponticelli inscenarono una vera e propria rivolta, recandosi nel garga di proprietà della famiglia De Micco per esternare la volontà di non corrispondere più la tangente sui proventi delle piazze di spaccio da loro gestite proprio nell’ex fortino dei Sarno. Di contro, la replica dei De Micco non tardò ad arrivare. Proprio in seguito all’arresto di 23 figure di spicco dei “Bodo”, il clan De Martino fu chiamato a raccoglierne l’eredità e proprio “la stesa” inscenata nel Rione De Gasperi a ridosso della piazze di spaccio gestite dalle ribelli “pazzignane” rappresentò la prima azione camorristica sulla quale mise la firma il cartello neonato con l’intento di preservare l’egemonia dei De Micco, oltre che la prima schermaglia scaturita dal blitz che diede il via ad una concitata stagione di stese e raid legata alla disputa del controllo del territorio.
Anche lo scorso mercoledì 30 novembre, ancora una volta tra i palazzoni decrepiti del rione De Gasperi di Ponticelli, si è registrata un’azione analoga.
Ignoti, a bordo di un’automobile, hanno esploso diversi colpi d’arma da fuoco a ridosso dell’isolato 2 e 3: i due edifici del rione in cui si annovera la presenza di un radicato e longevo business della droga, così come ampiamente documentato dal nostro giornale nel corso degli anni. Non a caso, il business dello spaccio di stupefacenti che imperversa negli isolati 2 e 3, nel 2018, fu anche oggetto di un servizio del TgR Campania nell’ambito della campagna contro le mafie.
Un business che secondo le stime più aggiornate sarebbe in grado di garantire un guadagno mensile che si aggira intorno ai 500mila euro, malgrado numerose operazioni delle forze dell’ordine abbiano tradotto in carcere le figure apicali dell’organizzazione, uno su tutti Salvatore Romano detto ‘o nippolo, attualmente detenuto ai domiciliari fuori regione, in attesa della sentenza definitiva.
Motivo per il quale, la “stesa” dello scorso 30 novembre assume una connotazione ben precisa: si tratta di un monito, un avvertimento, indirizzato ai gestori delle piazze di droga più redditizie di Ponticelli che probabilmente si sono rifiutati di seguitare a versare la tangente al clan ormai sensibilmente rimaneggiato per seguitare a riconoscere l’esclusiva leadership dei De Micco-De Martino che, invece, si vedono inaspettatamente “agevolati” dagli arresti recenti che hanno concorso, seppure involontariamente, a mettere fine alle schermaglie in atto da diverso tempo.
L’ipotesi più accreditata al momento è che quella stesa abbia rappresentato il disperato tentativo dei reduci della cosca ormai sensibilmente rimaneggiata di continuare a dire la loro. Tuttavia, i residenti in zona, ricostruiscono una dinamica ben più cruenta: qualcuno, dall’isolato 2, avrebbe risposto al fuoco esplodendo, a sua volta, colpi di pistola indirizzati verso l’auto dei sicari in fuga.