Imbattendosi nel profilo TikTok di Raffele Del Gatto si ha l’impressione di essere al cospetto di uno dei tanti personaggi grotteschi della Napoli popolare, uno dei tanti volti provati da una vita bordeline a caccia di fama e riscatto sui social network. Raffaele Del Gatto in effetti è solo l’ennesima aspirante star del mondo virtuale finita dietro le sbarre lo scorso 22 novembre perchè sorpreso a rubare in un cantiere edile in via Luigi Piscettaro nel quartiere Ponticelli, a due passi dalla sua abitazione in via Franciosa, la strada che accoglie una serie di palazzoni di edilizia popolare, sotto la sfera egemone del clan Casella.
Allertati da una segnalazione, i carabinieri del Nucleo Radiomobile di Napoli sono giunti sul posto intorno alle tre di notte e quando lo hanno bloccato, Del Gatto aveva tra le mani una busta nera in cellophane al cui interno c’erano 4 giunti per ponteggio e 5 bobine termo isolanti.
Il 45enne era finito già in passato nel mirino dei carabinieri. A marzo del 2020 evase dai domiciliari per commettere un furto. Tornato in libertà di recente, dopo aver scontato un anno e 10 mesi di reclusione per reati di evasione e furto commessi rispettivamente nel 2010 e nel 2015 è finito nuovamente nei guai pochi gironi fa.
Una sequenza di fatti che delinea un profilo ben preciso del 45enne e dal quale trapela la particolare predisposizione a compiere furti. Lo conoscono bene, Raffaele Del Gatto, gli abitanti della zona denominata “aret’ a barr'”, ovvero, le palazzine di via Franciosa tra le quali il 45enne si destreggiava con una certa disinvoltura. Raccontano che dietro quei video in cui appare mentre scimmiotta mimica e gesti dei rapper più affermati, si cela un vero e proprio esperto in materia di furti. Un ladro scaltro che con destrezza è solito introdursi nei cantieri della zona per portare a compimento una missione ben precisa. Sono proprio i residenti nel rione controllato dai Casella a ricostruire il modus operandi di Del Gatto. Un autentico segreto di Pulcinella, custodito tra i relitti di quei fatiscenti palazzoni, del quale hanno beneficiato in tanti.
I furti presso cantieri edili della zona erano la sua specialità e venivano messi a segno per appagare un’esigenza ben precisa: rifornire del materiale necessario gli abitanti in via Franciosa che intendevano ristrutturare l’appartamento o compiere piccoli lavoretti. “Furti su commissione” in sostanza che Del Gatto si sarebbe impegnato a compiere all’occorrenza per poi consegnare immediatamente la refurtiva “al cliente”, in modo da non tenerla in giacenza nel suo appartamento o altrove con il chiaro intento di sventare il pericolo di attirare l’attenzione delle forze dell’ordine che soprattutto all’indomani del ritrovamento di un ordigno, unitamente ad un vero e proprio arsenale, all’interno del cosiddetto “grattacielo” negli ultimi tempi hanno intensificato i controlli in zona.
Un escamotage che avrebbe consentito a Del Gatto di creare un vero e proprio business parallelo, bruscamente interrotto da una telefonata giunta al 112 che segnalava la sua presenza nel cantiere edile in via Piscettaro, nel quale si era introdotto per recuperare il materiale presumibilmente ordinatogli da qualche famiglia della zona che lo avrebbe poi utilizzato per rimettere a nuovo la propria abitazione.