Il 14 novembre 1996 il cadavere della 27enne Luigia Esposito viene ritrovato a Sant’Anastasia, la giovane donna è stata uccisa da 23 coltellate e lasciata agonizzante a morire sul ciglio della strada. Luigia aveva problemi di tossicodipendenza e per questo in un primo momento le indagini seguirono una pista ben precisa, legata agli ambienti dello spaccio di stupefacenti.
A far luce sull’omicidio della giovane concorsero le dichiarazioni rese da un collaboratore di giustizia che rivelò agli inquirenti che fu uccisa perché alcuni giorni prima aveva assistito all’ omicidio di Ciro Rispoli che si collocava nell’ambito della faida in atto in quel periodo fra i clan della zona orientale di Napoli.
Il boss di Barra Angelo Cuccaro, secondo la ricostruzione fornita dal pentito, gli aveva ordinato di uccidere Luigia insieme al cognato, Rosario Casillo. Il primo tentativo non andò a buon fine, in quanto l’uomo incaricato di ucciderlo era un amico d’infanzia di Luigia e tentò di sottrarla a quella condanna a morte non rivelando al boss che la giovane donna aveva smesso di frequentare il sert proprio per paura di essere ammazzata. Lo stratagemma di Amen, sicario designato per compiere l’agguato poi diventato collaboratore di giustizia, riuscì solo a concedere qualche giorno di vita in più alla giovane. Quando entrò in azione per rendere esecutiva la condanna a morte voluta dal boss Cuccaro, la pistola di Amen si inceppò dopo il primo colpo e fu quindi Casillo ad assassinare Luigia con un coltello. Poco dopo però anche Casillo andò incontro allo stesso destino e per questo, temendo di essere già stato condannato a morte dal clan, Amen decise di collaborare con la giustizia.
Il 10 gennaio 2007 bussò alla porta dei carabinieri di Castello di Cisterna e confessò, fra gli altri reati, anche l’ omicidio di Luigia Esposito. Per paura, disse, ma anche perché tormentato dal rimorso per la morte di una ragazza innocente.
A dieci anni esatti dalla confessione del pentito Francesco Amen, un’ ordinanza di custodia cautelare raggiunge il boss della zona orientale, Angelo Cuccaro, con l’ accusa di essere il mandante dell’ omicidio di Luigia Esposito, la ragazza assassinata a Sant’ Anastasia perché involontaria testimone di un omicidio di camorra.
Angelo Cuccaro detto «Angiulillo o’ fratone» viene arrestato dalla Polizia nel marzo del 2014, dopo due anni di latitanza, ad Ardea, comune della provincia di Roma. Al blitz hanno preso parte gli agenti delle Squadre Mobili di Napoli e Roma, del Servizio Centrale Operativo e della polizia Scientifica. Cuccaro aveva trovato alloggio in una villetta ma la polizia lo ha sorpreso e arrestato in strada.