Alla vigilia del 33esimo anniversario della strage del Bar Sayonara che ricorre domani, 11 novembre, Ponticelli ha rischiato di rivivere l’incubo della morte violenta di vite innocenti, maturata per mano della camorra.
Intorno alle 13.30 i sicari sono entrati in azione sul corso Ponticelli per gambizzare un 48enne, imparentato con personaggi di primo ordine della malavita locale. Un agguato messo a segno nei pressi della Basilica della Madonna della Neve, protettrice di Ponticelli, a due passi dalla scuola elementare che si trova nella vicina Piazza Vincenzo Aprea.
“I bimbi piccoli erano appena usciti – racconta una giovane mamma – noi stavamo aspettando i nostri figli che uscivano ed è successo tutto questo. Ringrazio la preside che ci ha aperto tutte le porte per farci entrare dentro e metterci al sicuro”.
Una dinamica raccontata da molti altri genitori presenti sul posto, in attesa di prelevare i loro bambini. Non è da escludere che anche l’uomo gambizzato si trovasse lì per lo stesso motivo.
Un agguato che ha scosso notevolmente gli abitanti del quartiere, spaventati ed arrabbiati, ma soprattutto stanchi di convivere con gli spari della camorra.
In diverse circostanze, di recente, killer scellerati hanno esploso raffiche di colpi di pistola ben lontano dai rioni di edilizia popolare che pullulano nel quartiere, spadroneggiando tra le strade principali. Come accadde lo scorso 2 luglio, com’è successo oggi, ancora una volta.
Anche l’11 novembre 1989 i sicari del clan Sarno di Ponticelli fecero irruzione nel bar Sayonara con un intento ben preciso: eliminare il maggior numero di affiliati al clan Andreotti. Anche in quel momento storico il quartiere era in balia di una faida di camorra. Era un sabato pomeriggio e sprezzanti della presenza di tanti civili, i killer fecero irruzione nel bar gremito di persone per compiere quella che la magistratura definì “un mattanza scellerata, rimessa a un branco di criminali scellerati, mandati a colpire un obiettivo sconosciuto alla maggior parte di loro e in un luogo in cui la loro azione non poteva essere chirurgica.”
Un copione che ha rischiato di ripetersi quest’oggi, a poche ore e a pochi metri di distanza dal luogo in cui si svolgerà la cerimonia di commemorazione dedicata a Gaetano De Cicco, Salvatore Benaglia, Domenico Guarracino e Gaetano Di Nocera: le quattro vittime innocenti della criminalità che persero la vita quel sabato pomeriggio di 33 anni fa.