Quel giorno, i sicari entrarono in azione per uccidere Mario Magliulo, 53enne titolare di un’impresa edile e dedito al commercio di prodotti ortofrutticoli, ma anche uomo d’onore finito al centro di una faida combattuta a suon di omicidi. La morte o ha sorpreso sotto casa, quando stava rientrando in compagnia di suo figlio Giovanni e del “figlioccio” Francesco Catapano. I killer gli hanno indirizzato una raffica di proiettili al torace che non gli hanno lasciato scampo: quando è giunto in ospedale, i medici non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso.
Nell’agguato resta coinvolto anche Catapano, raggiunto da diversi proiettili che gli provocano gravi ferite, ma il figlioccio e il boss non sono gli unici ad avere la peggio.
Anche Alfredo Manzoni, un bambino di 7 anni, viene raggiunto da un proiettile, mentre usciva dal palazzo in cui viveva Magliulo in compagnia dei familiari. Un proiettile, uno solo, raggiunge il bambino e si conficca nella colonna vertebrale.
Il piccolo Alfredo muore dopo due anni di cura in un ospedale di Ariccia. Seppure fosse riuscito a ritornare alla vita, il piccolo sarebbe stato condannato a restare paralizzato per il resto dei suoi giorni. La morte scaturì da sopravvenute complicazioni.