Giornata concitata tra le strade del quartiere Ponticelli per effetto di una notizia diramata nel corso della mattinata odierna, mercoledì 19 ottobre, e poi smentita. Complice uno scambio di persona, i media hanno diffuso la notizia dell’arresto di Christian Marfella, figlio della donna-boss di Ponticelli Teresa De Luca Bossa e del boss di Pianura Giuseppe Marfella. A legittimare la possibile veridicità della notizia, il duplice legame di parentela che lo collocherebbe facilmente addentrato nelle dinamiche camorristiche di entrambi i versanti, orientale ed occidentale della periferia napoletana, il nome di Christian Marfella è finito per qualche ora nell’elenco delle tre persone fermate dai Carabinieri del Comando Provinciale di Napoli, in quanto ritenuti gravemente indiziati del reato di tentata estorsione con l’aggravante dell’aver agevolato l’organizzazione mafiosa, denominata clan Esposito-Marsicano-Calone, operante nel quartiere partenopeo di Pianura e nelle zone limitrofe.
Secondo quanto ricostruito dalle indagini, i fermati, agli inizi del mese di ottobre, si sono presentati ripetutamente presso l’abitazione di un 48enne, imprenditore nel settore funerario di Pianura e, minacciandolo di morte con un’arma da fuoco, hanno preteso da lui il pagamento immediato di € 2.000 ed il successivo versamento della tassa mensile di € 3.000.
Uno di loro, invece, poiché sottoposto alla misura degli arresti domiciliari, ribadiva la pretesa estorsiva mediante una videochiamata alla vittima.
Oltre a Rosario Iorio e a Cristian Titas, nell’elenco degli arrestati figurava anche il nome di Christian Marfella, fino a quando la sala stampa dei Carabinieri non ha rettificato la notizia, diramando le generalità corrette del soggetto tratto in arresto: Francesco Marfella, classe 2002. L’anno di nascita di per sé forniva un indizio prezioso circa il clamoroso scambio di persona, in quanto Christian Marfella era poco più che diciottenne quando finì in carcere all’incirca dieci anni fa.
Ciononostante, la notizia di un suo possibile arresto per vicende riconducibili all’attività dei clan operanti a Pianura è apparsa un’ipotesi tutt’altro che campata per aria per gli abitanti di Ponticelli e non solo per il noto vincolo di parentela che lo lega ad un clan attivo in quel quartiere. Di recente, Christian Marfella si sarebbe recato in diverse occasioni a Pianura per far visita ad alcuni parenti e la sua incursione nell’area occidentale della città non è di certo passata inosservata. Nella fattispecie, si sarebbe recato nel quartiere d’origine della famiglia paterna per andare a far visita ad un fratellastro, scarcerato di recente, con tanto di guardaspalle al seguito. Resta da capire se si sia trattato di una mera visita di cortesia o se il fratellastro di Tonino ‘o sicco abbia intenzione di portare a compimento il disegno che ispirò i suoi genitori e che di fatto portò al suo concepimento: realizzare una fusione tra i due clan con l’intento di consolidarne la presenza in entrambi i quartieri, Pianura e Ponticelli.
Seppure pochi dubbi vi siano in merito alla ferma volontà di Christian Marfella di restare ancorato alle dinamiche ponticellesi, così come ha sempre professato, fin da quando era solo un ragazzino, esternando platealmente la volontà di seguire le orme del suo fratellastro, tatuando il suo soprannome sul collo: Tonino ‘o sicco.
Una ferma volontà che Marfella ha analogamente rimarcato di recente facendosi incidere sul petto il cognome della famiglia-clan alla quale sente di appartenere e che mira a riportare in gloria: De Luca Bossa.
Tuttavia, per qualche ora, le tante persone che vivono a Ponticelli, stanche di subire le angherie di Marfella, avevano tirato un sospiro di sollievo apprendendo la notizia del suo arresto, ma per il momento il rampollo di casa De Luca Bossa, scarcerato lo corso giugno, resta ancora in libertà.