Torre Annunziata: il comune illuminato dagli articoli di Giancarlo Siani, il giovane giornalista de “Il mattino” assassinato per aver rivelato gli intrecci tra camorra e politica nei suoi articoli. Un comune sciolto di recente per infiltrazioni camorristiche. Un dato di fatto che sottolinea l’insidia insita nel malaffare e che seguita ad imperversare, a dispetto dei 37 anni trascorsi dall’omicidio di Siani.
Motivo per il quale il movimento delle agende rosse di Torre Annunziata, intitolato proprio a Giancarlo Siani, ha voluto regalare alla comunità un momento di riflessione ed arricchimento, complice il prezioso contributo dei relatori che hanno animato l’evento che avuto luogo nell’aula magna dell’Istituto Marconi nel pomeriggio di venerdì 30 settembre.
Un evento nato per commemorare le stragi di Capaci e via D’Amelio nell’anno del trentesimo anniversario, lontano dalle date della ricorrenza, senza ispirarsi all’ipocrita omaggio ai caduti fine a sé stesso, così come sottolineato da Salvatore Borsellino, il fratello del magistrato assassinato insieme agli uomini della sua scorta in via D’Amelio, in collegamento dalla sua abitazione siciliana. Con la stessa ferma convinzione con la quale ha portato avanti la sua instancabile battaglia, Borsellino rivendica verità e giustizia per l’assassinio di suo fratello. Chiede risposte ai tanti interrogativi ancora irrisolti, in primis, la sparizione dell’agenda rossa di Paolo Borsellino.
Gli interventi degli altri relatori, tra i quali i giornalisti Aaron Pettinari e Stefano Baudino, due autorevoli esperti in materia di mafia, hanno concorso a far luce proprio sui tanti quesiti che rivendicano una risposta, lasciando intravedere senza mezzi termini quella trattativa Stato-mafia che sembra ancora un argomento tabù.
Un autentico inno alla legalità ordinaria, quello che il Procuratore Gratteri ha consegnato ai presenti, rivolgendosi soprattutto ai tanti giovani degli istituti che hanno partecipato all’incontro.
Dagli aneddoti della sua infanzia alla libertà di stampa, sempre più imbavagliata dalle normative che di recente hanno concorso ad incidere pesantemente sul diritto di cronaca, il Procuratore calabrese non si è risparmiato. Il suo intervento, ricco di spunti e contenuti, ha toccato plurimi temi, senza tralasciare quelli che riguardano da vicino la cittadina oplontina. Del resto, la sua presenza in quella sede ha assunto una carica simbolica assai forte e suggestiva. Gratteri ha dato forma e voce alla speranza dei tanti cittadini presenti che a suon di scroscianti applausi rivendicavano la nascita di un percorso di vera legalità che parta dalle istituzioni. Riferendosi al clima che si respira a Torre Annunziata, Gratteri ha dichiarato: “La legge che disciplina lo scioglimento dei Consigli Comunali va rivista. La Commissione Prefettizia deve avere più potere sul territorio. Mettere i Commissari a scavalco è controproducente. I Prefetti dovrebbero vivere Torre Annunziata 24ore su 24, 7 giorni su 7, come dei sindaci a tutti gli effetti. Questo serve ad evitare che i cittadini provino nostalgia per l’ex Amministrazione Comunale sciolta per infiltrazione camorristica. Mi risulta che in questa area sia molto diffusa l’usura. Voi studenti mi chiedete come si faccia a capire se dietro un’attività imprenditoriale ci sia o meno la camorra. La risposta è semplice: entri in un negozio e vedi l’ex proprietario che lavora improvvisamente come dipendente. Questo è un campanello d’allarme perché vuol dire che dietro la nuova gestione ci potrebbe essere presumibilmente un prestanome o l’ombra dell’usura”