Alla vigilia dell’appuntamento con l’ora solare, torna ricorrente il dibattito sulla sua abolizione che quest’anno sempre ricorrente più che mai.
Quali sarebbero i vantaggi e le conseguenze dell’abolizione dell’ora legale e solare?
L’ora legale è una convenzione che prevede lo spostamento di un’ora in avanti allo scopo di beneficiare di un rilevante risparmio energetico. Tra il 2004 e il 2020, in Italia, è stato rilevato un risparmio di circa 10 miliardi di chilowattora, ovvero di più di un 1 miliardo e 720 milioni di euro secondo le statistiche svolte da Terna, società responsabile dei flussi di energia e della loro gestione. Il motivo è molto semplice, in quanto attraverso questa modalità è maggiormente sfruttabile la potenzialità della luce solare nel periodo estivo, che ci permette di beneficiare di maggiore luce solare.
Puntuale come un orologio svizzero, il dibattito sull’abolizione del cambio dell’ora è pronto a tornare in auge con l’avvicinarsi del cambio dell’ora, che quest’anno cadrà tra sabato 29 e domenica 30 ottobre. Oggi, però, la discussione sui pro e sui contro di portare avanti e indietro le lancette dell’orologio due volte all’anno interessa il futuro Governo più da vicino, considerando che la Società italiana di medicina ambientale ha chiesto di istituire l’ora legale tutto l’anno. L’obiettivo è duplice: da un lato risparmiare sulla bolletta energetica, dall’altro beneficiarne in salute.
Secondo Terna (Terna – Rete Elettrica Nazionale S.p.A), l’eliminazione del cambio dell’ora, con l’istituzione di un’ora legale tutto l’anno, comporterebbe un sostanzioso risparmio sulla bolletta elettrica, che ammonterebbe a circa 500 milioni di euro e che in futuro potrebbe raggiungere anche 1,8 miliardi.
Dal punto di vista dello studio del sonno, l’eliminazione del cambio dell’ora rimuoverebbe l’alterazione circadiana di un’ora (dissonnia relativa all’alterazione del ciclo sonno-veglia dovuta proprio alla modifica dell’ora) che si verifica ad ogni cambio di ora, sia solare che legale. Secondo il professor De Gennaro, con il passaggio all’ora legale primaverile perdiamo un’ora di sonno che non riusciamo a recuperare e che danneggia la nostra quotidianità.
Proprio per l’essenzialità del sonno che anche il cambio dell’ora, seppur si modifichi di una sola ora in più o in meno a seconda del periodo dell’anno, può fare la differenza. Studi scientifici, infatti, avrebbero messo in luce ripetutamente gli effetti negativi dell’introduzione del cambio dell’ora.
Per la fascia più giovane della popolazione, inoltre, è stato evidenziato come l’inizio troppo precoce degli orari scolastici condizioni negativamente il rendimento scolastico, avendo meno sonno alle spalle che inevitabilmente condiziona i livelli di apprendimento. È infatti naturale che, se una persona dorme meno, è più stanca e disattenta, a scuola e sul lavoro.
Seppur, dunque, la comunità scientifica sia complessivamente d’accordo sugli effetti negativi del cambio dell’ora, ritenendo opportuno scegliere un regime da seguire definitivamente, non c’è concordia su quale.
Ma che differenza c’è tra le due?
L’ora legale, che è in vigore nel periodo estivo, sfrutta meglio l’irradiazione del sole e c’è più luce naturale, che ci consente di risparmiare energia e tenere meno accese le luci. Quella solare, invece, coincide con il periodo invernale, cioè con quello del meridiano del fuso orario di riferimento.
Lo spostamento delle lancette per l’ora legale avviene l’ultima domenica di marzo, ed il suo termine è previsto a breve, proprio per l’ultima domenica di ottobre. In ottobre torna infatti in vigore l’ora solare, ovvero l’orario effettivo che nel periodo invernale ci permette di avere più luce al mattino, vedendo tramontare il sole con anticipo rispetto all’ora legale. Abolire l’ora solare potrebbe rivelarsi parte della soluzione al caro energia, così da risparmia nelle ore che caratterizzano il tardo pomeriggio e le prime ore solari parte dei costi relativi all’elettricità, altrimenti inevitabilmente necessaria.