Da diversi mesi su Ponticelli è calato un clima di palpabile terrore. La camorra torna a far sentire la sua presenza servendosi delle bombe e degli spari e le strade del quartiere della periferia orientale di Napoli si sfollano al calar del sole, delineando così uno scenario inedito e tutt’altro che confacente alle scene da movida estiva che abitualmente tengono banco durante i mesi più caldi dell’anno.
Puntualmente d’estate, gli abitanti del quartiere erano soliti intrattenersi in strada fino a notte fonda a caccia di refrigerio e il parcheggio antistante la villa comunale intitolata ai fratelli De Filippo era una delle mete prescelte dalle famiglie con i bambini, ma anche dai giovani. Questo lo scenario che sistematicamente si è ripetuto d’estate in estate, ma non durante l’estate ancora in corso, complice l’escalation di fatti di sangue collezionati dai clan attivi sul territorio. Una situazione che si registra da diverse settimane e che prescinde dalle partenze per le vacanze.
Mai a Ponticelli, durante le sere d’estate, le strade del quartiere sono apparse così silenziose e deserte. Un vero e proprio coprifuoco quello che scatta al tramonto e che fa registrare scene di desolazione e paura anche nel centro cittadino, lontano dai rioni-bunker dei clan.
La gente ha paura e preferisce rintanarsi in casa per sventare il pericolo legittimato dalle bombe e dai recenti omicidi, ma non solo. Gli equilibri camorristici, in questo momento storico, appaiono piuttosto labili ed incerti. Lo sottolineano le scorribande quotidiane degli scagnozzi del clan De Luca Bossa, a bordo di potenti moto, quando si addentrano nei fortini dei De Micco e dei De Martino, gli acerrimi rivali, per compiere delle “scese” che stanno facendo schizzare la tensione alle stelle.
L’agguato andato in scena la scorsa notte rappresenta la prova tangibile della fondatezza dei timori covati dai ponticellesi, fin troppo abili ormai ad interpretare la logica criminale che si avvicenda tra silenzi ed azioni eclatanti. Il sentore che, prima o poi, una compagine o l’altra avrebbe messo la firma su un’azione analoga, costringe i cittadini da diverse settimane a privarsi del piacere di godersi una serata estiva all’aria aperta. Come spiegano molti cittadini, infatti, l’idea di allontanarsi dal quartiere per godersi la serata altrove, non basta ad esorcizzare lo spettro della paura. I ponticellesi temono di rincasare a tarda ora, perchè temono di finire invischiati nelle logiche criminali che da mesi stanno seminando terrore ed apprensione. Gli abitanti del quartiere temono per la loro incolumità e soprattutto per quella dei loro figli. I padri e le madri di famiglia spiegano che è difficile pretendere che i ragazzi rinuncino alla spensieratezza della gioventù evitando di uscire, divertirsi, vivere liberamente la loro vita, solo perchè abitano in un quartiere in ostaggio di una faida di camorra.
Il clima che si respira a ridosso della villa comunale, in particolare, consegna una scena surreale per un contesto che anche d’inverno accoglie dozzine di gruppi di giovani. Lì dove d’estate pullulano capannelli di persone intente a bere una bibita fresca o a mangiare una granita, tenendo d’occhio i bambini che vanno in bicicletta, destreggiandosi tra i gruppi di giovani che mangiano un panino o si organizzano per andare a fare un giro in auto, nel corso dell’estate targata 2022, regna un clima desertico.
Non di rado, in passato, i sicari della camorra sono entrati in azione proprio in quella sede, nel bel mezzo delle sere d’estate, sprezzanti della presenza degli avventori. Un esempio lampante è l’agguato in cui rimase ferita la lady-camorra del Lotto O Anna De Luca Bossa per mano di un sicario del clan De Micco, nell’estate del 2014, proprio mentre si trovava nei pressi della villa comunale in compagnia di altre persone.
Un luogo frequentato da tantissimi giovani, dettaglio che fa della zona una delle piazze di spaccio più contese del quartiere, dove infatti si registra la presenza di diversi pusher. In più di una circostanza, le sere d’estate nella villa De Filippo sono state animate da risse e pestaggi, scaturiti proprio dalle logiche dettate dal business della droga.
Una location promiscua, dove alla presenza di famiglie e bambini si affianca quella di soggetti contigui ai clan locali e che ricoprano un ruolo più o meno marginale è un dettaglio, proprio perchè in passato anche “i pesci piccoli” sono finiti nel mirino dei killer. Non a caso, i giovani che ambiscono ad attirare l’attenzione dei vertici dei clan per ottenere un posto tra i ranghi della malavita, erano soliti mettersi in mostra proprio in quella sede, sfrecciando a bordo degli scooter a tutto gas. Una sorta di “parata” voluta per richiamare l’attenzione dei leader della camorra locale con l’intento di ritagliarsi un ruolo da recluta. Un rituale macabro che puntualmente si ripeteva, ma che quest’anno è stato abolito. Forse perchè quei giovani sanno che la loro carriera camorristica potrebbe essere brutalmente stroncata ancor prima di iniziare. Per la stessa ragione, quest’estate, i ponticellesi hanno preferito disertare la zona. Forte è il sentore che in quella sede possano verificarsi regolamenti di conti tra i clan in lotta per il controllo del territorio.
Al calar del sole Ponticelli si trasforma in un quartiere-fantasma e in questo clima di spaventoso silenzio i ruggiti della camorra fanno ancora più paura.